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622. Francesco Sforza ad Angerlo Simonetta e ai Maestri delle entrate 1453 settembre 6 apud Gaydum

Francesco Sforza ricorda ad Angelo Simonetta e ai Maestri delle entrate che fin dallo scorso marzo fece ricercare Achille e Astorillo Corsici, incaricati della guardia della bastita di Muggiasca e delle parti della Valsassina, per comandare loro che lasciassero la cura delle cose di là a Giovanni Barbiano. Avuta da detto conte notizia di aver disposto quindici paghe alla bastita di Muggiasca e otto alla torre di Pagnona, il duca scrisse ad Angelo che provvedesse alle paghe in modo che non fossero costretti a cercare altrove di che vivere.

Domno Angelo Symonete et Magistris intratarum.
Per nostre dupplicate lettere scripsimo a ti, Angelo, che, siando nuy questo meso de mazo proximo passato per ussire in campo, mandassimo per Achile et Astorillo Corsici, quali erano alla guardia della bastita de Mugiascha et de quelle parte de Valsasina, et ordinassimo et daessimo la cura dele cose dellà suso al conte Iohanne da Balbiano, et anche de mettere quelle (a) paghe gli paressono neccessarie in la bastia de Mugiascha et della torre de Pagnona, el quale demum ne avisò havergli metuto vintitre paghe, cioè xv in la bastità de Mugiascha et octo in la Torre de Pagnona. Il che inteso, scripsimo ad ti che, con intelligentia del dicto conte Zohanne, dovesse provedere ale dicte paghe in modo potessero vivere et non fossero constrecti ad abandonare le forteze per neccessità del vivere. Ma perché siamo avisati che fina mò gli è facto molto fievole provixione in modo che, non gli provedendo, poteria intervenire qualche sinistro per lo quale gli inimici ne fariano danno et vergogna, pertanto volimo che per ogni modo et via, havuta informacione vera et del numero delle paghe, et con intelligentia et partecipatione del dicto conte Zohanne, o de suo messo, gli faciati provedere talmente che gli possano stare, et più non habiamo casone de scrivere per questa casone. Data ut supra.
Ser Iacobus.
FranciscuSfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) Segue guardie depennato.