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630. Francesco Sforza ad Antonio Trecchi 1453 settembre 17 apud Gaydum

Francesco Sforza comanda ad Antonio Trecchi, commissario di Cremona, di far avere alla vedova di Manno i denari di quella provvisione, della cui mancanza gli ha fatto avere lagnanza. Gli ricorda che essa si è portata di qua con il defunto marito nella speranza che il duca non le facesse mancare di che vivere. Oltre che al suo sostentamento, tali denari le necessitano per maritarsi onorevolmente.

Antonio Trecho, thexaurario Cremone.
Considerando nuy el caso nel quale se trova la dona che fo de misser Manno, et considerando che pur mancamento ne seria che questa zentil dona de quella casa che le andasse mendicando, siando pur conducta de qua con el quondam suo marito a speranza che nuy non gli dovessimo lassar mancare la vita, siando stato el marito quello che l'era con nuy, ve havimo scripto più fiate, con quella instantia che sapeti, che li vogliati providere deli dinari dela sua provisione, primo, per lo vivere suo, secundario, che, siandose per maritare honorevelmente, et non trovandose più uno soldo cum che adiutarse, va a periculo de rimanere ala miseria del mondo. Et perché novamente ha mandato a condolerse con nuy che non gli haviti facto provisione alcuna, per certo n'è rencresciuto ultra modo, et per questo denuo ve confortiamo, carricamo et anche pregamo che, havendo voy voglia de may far cosa che ne piaza, gli vogliati far dare li dinari dela sua provisione per lo passato, acioché la se ne possa aiutare de presente. Sopra la qualcosa a noy non pare che dovresti aspectare hormay più littere da noy, maxime non possendo voy perdre tali denari, et bisognando poy che nuy scrivamo più una cosa che un'altra ali Maistri del'intrate, per questo, el farimo, siché provediate ala dicta dona cum tale effecto che più non ve ne habiamo a scrivere. Apud Gaydum, xvii septembris 1453.
Franciscus Sfortia subscripsit.
Cichus.