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1011. Francesco Sforza a Giovanni Stefano e a Pietrosimone di Olevano, deputati al rinnovo delle tasse dei cavalli nella Lomellina pavese 1454 febbraio 25 Milano.

Francesco Sforza comunica a Giovanni Stefano e a Pietrosimone di Olevano, deputati al rinnovo delle tasse dei cavalli nella Lomellina pavese, che ser Niccolò, podestà di Sarirana, gli ha riferito che loro intendono alleviare quel luogo di dieci cavalli: li ringrazia, perché detto luogo, pur con il salvacondotto del duca di Savoia, "fo desfacto de homini et bestiame", cui poi fecero seguito epidemia e guerra poco lungi, per cui il luogo, se non fosse pervenuto in potere sforzesco, "saria al tucto desfacto et consumpto". Il duca chiede di non badare a quanto lui fece, ma di far attenzione a quello che "il caso e l'impotentia de quello loco richiede" curando di seguire ciò che la coscienza loro suggerisce.

[ 269r] Domino Iohanni Stephano et Petrosimoni de Olevano, deputatis super refectione taxarum equorum in Lumelline Papie.
Ho inteso como seti in Lumellina deputati ala reformatione delle tasse de cavalli; et siando passato dellà ser Nicolò, mio potestate da Sartirana, m'ha dicto como intendete sgravare et alleviare quello mio luoco de X cavalli, de che ve regratio, perché quello loco ne ha summamente di bisogno, attento che socto salvoconducto del duca de Savoya, fo desfacto de homini et bestiame, possa gli è stata la moria, deinde la guerra presso ad uno miglio; che se quello loco non fosse pervenuto in mie mane, che l'ho pur adiutato et sostenuto, saria al tucto desfacto et consumpto. Io non dico che per mio respecto, né favore gli faciati più alcun'azione, se non quanto il caso et impotentia de quello loco richiede, et lo vero; sichè non guardati ad mi se non ad vero et ala conscientia vostra; et in questo ve lo recomando, ricordandove che ve sforzati, et questa et le altre reformatione fariti farle iuste et fundate sopra la verità et non inganati la conscientia et honore vostro per compiacere ad nisuno, sichè non habiano poi ad essere revocati. Dicto mio potestà retorna da vuy per questa casone, pregove gli faciati dare presta expeditione. Mediolani, xxv februarii 1454.
Cichus de Calabria.