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1018. Francesco Sforza ai deputati agli affari di Lodi (1454 marzo 1. Milano)

Francesco Sforza ringrazia i deputati agli affari di Lodi per aver ricuperato quel che gli devono per il carriaggio del castello di Milano. Risponde di ritenere improponibile la loro richiesta di annullamento di quanto dovuto per lo stesso scopo da gennaio indietro, invitandoli a riflettere sull'importanza della costruzione di detto castello e sulle difficoltà cui ha fatto fronte lo scorso anno per non dare loro altro "impazo" in considerazione dei danni da loro subiti. Ciò fece caricando di oneri degli altri, ai quali ora conviene dare un sollievo e ricorda che i denari loro richiesti, "già sonno spesi e bisogna siano dati a chi gli debbi havere".

Deputatis negotiis civitatis nostre Laude.
Havemo recevuto le vostre litere per le quale ne significate havere posto bonissimo ordine per la recuperatione deli denari del carezo del nostro castello de Milano, ita che gli serano subito con effecto dal mese de zinaro proxime passato fina per tuto zugno proxime avenire; ale quale respondendo ve ne comendiamo et rengratiamo, benché a noy non sia cosa nova perché sempre haveti facto el simile per nuy et stato nostro.
Quantum vero ala parte de remeterve el debito del dicto carezo da zenaro indreto per li respecti alegati in le vostre lettere [ 271v] , ve confortiamo ad considerare la importantia della refectione del dicto castelo et li stanti afani et fatiche habiamo nuy supportate l'anno pasato per non darvene impazo a vuy, perché ve vedevemo più restreti e più damnezati e non potere goldere il vostro per le guerre, che non siti mò per la Dio gratia.
Et per non haverne alhora rechiesti de quello debito che paghino tuti l'altri nostri fidelissimi subditi, tolissemo li dinari de loco, al quale se bisognano mò restituire; et questo fecessemo per non abandonare il lavorerio del dicto castello; sichè per cosa del mondo non poteressemo fare quello che domandate, perché seria uno guastare il facto nostro; nam l'altri nostri subditi domandarevano il simile; preterea questi tali dinari già sonno spexi e bisogna siano dati a che gli debbi havere. Per la qual cosa ve caricamo quanto più possemo che non faciate tale exceptione, anzi, ad provedere che li dinari gli siano, siando per tale importantia, quale sonno et tanto importante per lo stato nostro, che doveti reputare vostro. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.