Registro n. 16 precedente | 1032 di 1825 | successivo

1032. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni 1454 marzo 5 Lodi.

Francesco Sforza scrive al Colleoni di aver ricevuto le sue lettere con inclusa quella degli uomini di Alzano, Nembro e di aver inteso della cattura del famiglio ducale Pasino Vignolo, cattura che lo sorprende perché, se gli uomini avessero fatto il loro dovere, avrebbero impedito, non solo a "poci fanti", ma a molti di più di catturarlo. Siccome gli uomini di Albino, Nembro e Alzate hanno salvacondotti dai nemici, chiede al Colleoni di provvedere che essi se ne "valieno securi". Gli raccomanda, in conformità anche a quanto ha detto al suo cancelliere Abbondio, che Pasino sia presto liberato, e gli ridice la sua sorpresa che un suo famiglio sia trattenuto dai nemici, e che non vorrebbe che sia avviata l'usanza di far prigionieri i famigli.

[ 276v] Bartholomeo Coliono.
Havemo recevute Ie vostre letere cum la inclusa deIi homini de Alzano, Nembro, et cetera, et inteso quanto la magnificentia vostra ne scrive dela presa de Paxino Vignolo, nostro fameglio, et cossì quanto ne scriveno dicti homini in loro excusatione, et cetera.
Restiamo del tuto advisati et, respondendo, ve dicemo che crederamo quela ne scrive essa magnificentia sia el vero, ma ne rendiamo ben certi che essi homini, et cossì quelli de Albino, se havessero facto el debito loro, como dovevano fare, non tanto quelli poci fanti et cavali che venero a pigliare dicto Pasino, ma se fosero stati dece volte tante (a) gente non haveriano pigl(i)ato là, como hanno facto; et siamo certi essa vostra magnificentia cognose quello medesimo in questo facto che facemo noy. Et perchè intendemo che Albino, Nembro, Alzà et quelli altri luochi hanno salvoconduto daIi inimici, del quaIe tuti homini de quello paese se ne gravano, pertanto preghiamo essa vostra magnificentia gli voglia provedere in modo che dicti nostri homini valieno securi, et non stagheno in suspecto de queli salviconduti ad ciò che sapiano meglio da chi guardarse. Non obstante quanto per altre nostre let(r)re habiamo scrito ad essa vostra magnificentia, et poi hogie a bocha habiamo dicto ad Abondio, vostro cancellero, che vogl(i)ate opperare con effecto che dicto Pasino sia libere relaxato et cavato de presone, perchè nostro famiglio, et maravegliamo sia retenuto, pur per non voler comportar questo, che Ii nostri famigli siano retenuti, ve lo recordiamo, pregamo et stringnemo il ve piaza opperare cum effecto che dicto nostro famiglio sia relaxato como el debito; la qual cossa ultra che a noy farete cossa agrata, tamen sapeti quanto dicto Pasino vostro per la liberatione del quale (b) se gli volle fare ogni provissione necessaria per non conportare, nè mettere tale usanza che gli famigli nostri siano retenuti. Et de quanto opera essa vostra magnificentia sopra questa cosa, ve preghiamo ne voglate continue dare noticia per intendere como passa el fato suo.
Laude, die iiii marcii 1454.
Iohannes.

(a) Segue tanto depennato.
(b) del quale ripetuto.