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1036. Francesco Sforza a Giangaleazzo e ad Onofrio Anguissola 1454 marzo 5 Lodi.

Francesco Sforza comanda a Giangaleazzo e ad Onofrio de Anguissola di pagare sia loro che i propri uomini la tassa dei cavalli, di cui, né nel presente né nel passato, hanno, a quel che asserisce il cancelliere ducale, Teseo da Spoleto, versato "uno dinaro", incuranti di quel che fanno gli altri sudditi e ostentando poca stima degli ufficiali ducali.

[ 277v] Dominis Iohannigaleaz et Honofrio, fratribus de Angussolis.
Quantunche vuy sappiati la mente et dispositione nostra che vuy et Ii homini vostri debbiati contribuire a quello vi tocha per la taxa de cavalli, nondimeno intendiamo per quello ne ha scripto ser Theseo, nostro canzelaro, che Ii homini dela iurisdictione vostra non hano pagato nel passato, nè in lo presente, uno dinaro per la casone dela taxa; del che ce maravigliamo et dolemone de vuy che in Ii facti nostri prendati cossì puocho pensiero et cura et non provedati che Ii homini vostri faciano quello che fanno Ii altri subditi nostri; et pur ne duole che faciate cossì puoca stima deIi officiali nostri, como fati. Pertanto volemo et vi commandiamo debiate providere che a Theseo, nostro canzelero, sia satisfacto de tuto quello ve tocha et doveti pagare per la dicta taxa, così del passato como del presente; et fati che in questo non sia fallo, nì habiamo più casone de scrivervi sopra de ciò, certificandovi che questa sarà l'ultima che ve scriviamo. Et se non fareti como è dicto, procederemo contra de vuy per modo che cognoscereti ali effecti che siamo de vuy malcontenti. Ex Laude, v marcii 1454.
Irius.
Cichus.