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1037. Francesco Sforza al Referendario di Pavia 1454 marzo 5 Lodi.

Francesco Sforza vuole che il Referendario di Pavia convinca Giacomo Zaza a render conto dell'amministrazione della tesoreria per tutto il tempo che fu tesoriere di quella comunità, rivedendo con lui, referendario, e con Giovanni Filippo Baraco i conti e insieme esaminino poi anche le cose amministrate da Agostino e dal quondam Luigi de Astariis per il periodo che furono tesorieri della medesima comunità, e lo informino, quindi, di tutto. Inoltre, ben sapendo quanto importi il rifacimento del ponte del Ticino ed egualmente il provvedimento da farsi alle bocche del Ticino e Orgalo, vuole che vi si ponga mano.

[ 278r] Referendario Papie.
Rendendoce certissimi che Iacomo Zaza, citadino de quella nostra cità, se sia portato bene in l'officio delIa thexauraria per quello tempo che fo thexaurero delIa comunità e talmente ch'el sarà contento siano cognosciuti Ii soi portamenti, cossì etiandio acioché Ie cose passano per lo drito delIa raxone et bona usanza, volimo et ve commettimo che debiati confortare et caricare esso Iacomo ad rendere la raxone delIa administrazione delIa texauraria per tutto quello tempo ch'el ha administrata; et vuy asieme con el savio doctore, domino Iohanne Rufino Baraco, al quale havimo commisso ad bocha che sia con vuy, revedereti et bene rimunarite Ie raxoni del dicto Iacopo circha Ie cose delIa thexauraria; et similiter volimo et ve commettimo che una cum domino Zohanne Rufino predicto revediati et faciati diligentemente examinare deIe cose administrate per Augustino et quondam Aluyse de Astariis per lo tempo che forono etiandio thexaurerii de dicta nostra comunità, et de quanto trovareti ne avisareti per vostre littere. Ceterum, cognoscendo nuy de quanta importantia è la refectione del ponte de Ticino et similiter la provixione da essere facta ale buche del Ticino et Orgalo, como etiandio cognoscete vuy, ve confortamo et caricamo che vuy ne pigliate tale et cossi facta cura ch'el se intenda l'honore nostro et il bene et ornamento de quella nostra cità, esserne caro. Data Laude, die quinto marcii MCCCCLIIII.
Ser Iacobus.
Chicus.