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104. Francesco Sforza a Corrado [da Fogliano] (1453 agosto 17 "ex castris nostris apud Gaydum").

Francesco Sforza ripete al fratello il suo dispiacere per il suo malanno. Perchè la sua compagnia abbia a mantenersi unita, gli chiede di indicare (e darne notizia pure a lui) uno o due nomi, cui affidarne interinalmente il comando. Lui, duca, ha scritto a Ventura da Parma e a Grifone e agli altri perchè si intendano bene fra loro.

Magnifico Conrado.
Siamo avisati del tuo male, del quale Dio sa havemo tanto affanno et despiacere quanto se lo havessemo nuy proprio. Et perchè, fino sii guarito, la compagnia toa sia più unita et sapiano chi obedire, et nuy et tu sapiamo ad chi scrivere [ 30v] et comandare, ne pare che tu gli ordini, havuta questa, uno o doi, quali parerano a ti, li quali habiano ad regere et governare li altri perchè ubi non est ordo, ibi non est confusio (a). Et de quelli havereti ellecti et deputati ne voglie advisare, ad ciò nuy sapiamo ad chi scrivere in quello ne accaderà. Nuy havemo perhò scripto ad Ventura da Parma et ad Griffone opportunamente, così ali altri toe, che attendeno ad fare bona guerra et se intendano ben insieme ed obediscano quelli gli ordinaray. Data ut supra.
Zanetus.
Cichus.

(a) Così A.