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1042. Francesco Sforza a Bolognino de Attendolis 1454 marzo 5 Lodi.

Francesco Sforza comunica al conte Bolognino de Attendolis il suo dispiacere per i continui tagli di legna da opera e da fuoco che si fanno nel Barco di Pavia, tagli che ridondano a disdoro suo, perchè ovunque, fuori e dentro Italia, si lamenterà che il duca ha tollerato il disfacimento di un bosco voluto dal primo duca e incrementato da Filippo M. Visconti. Ha, perciò, disposto che il capitano del Barco non consenta a nessuno di far tagli di sorta in detto bosco, anche se nel castello vi fossero sua moglie, suo figlio Galeazzo o gli altri suoi figlioli o madonna Agnese, sua madre, nonché lui stesso. Chi abbisogna di legna la cerchi in riva al Ticino o altrove.

Comiti Bolognino de Attendolis.
Nuy con pocho dispiacere havemo inteso la devastatione et consumptione del bosco nostro del Barcho de quella nostra citade per Ie molte legne et da opera et da focho, che se gli tagliano ogni zorno per modo che, quando se perseverasse tagliarlo per questa via, non è dubio che in breve tempo veneria ad esser in tuto consumato; la qual cosa redundaria in grave nostro danno et in nostra grande infamia, attento ch'el se diria in Lombardia et in tuta Italia et fuora de Italia ch'el nel tempo nostro habiamo lassato desfare dicto boscho; et tanto piacere et dilecto el quale fo ordinato et conservato con tanto studio et reguardo dalo illustrissimo quondam duca primo et successive accresciuto et augumentato dala bona memoria del duca Filippo, nostro padre, como è manifesto ad ogne. Unde per fugire questa infamia havemo deliberato totalmente et disposito nel'animo nostro, et cosl havemo dato in commissione expressamente al capitano d'esso Barcho che da mò inanzi non sia persona alcuna che possa tagliare, nè fare tagliare legnamo alcuno, nè da opera, nè da focho in esso Barcho, etiam se bene se retrovasse essere in quello nostro [ 280r] castello la illustrissima madona nostra consorte, overo lo illustre conte Galeazo, nostro fiolo, et li altri nostri figlioli et la magnifica madona Agnesa, nostra madre, nè ancora se lì fossimo nuy in persona. Et che haverà bisogno de ligne vada ad fornirse in riva de Ticino o altrove; sichè ad ciò che non prendate admiratione s'el dicto capitaneo non ve lassarà da qui innanzi più legne nel dicto boscho, havemo voluto scriverve questa littera per vostra chiareza.
Laude, v marcii 1454.
Iohannes.