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1049. Francesco Sforza al podestà di Vigevano 1454 marzo 7 Milano.

Francesco Sforza scrive al podestà di Vigevano che l'ebreo Salomone s'é lagnato per l'imprigionamento di Elia, figlio dell'ebreo Dattilo, imputato, si dice a torto, di fornicazione. Siccome lui, duca, dallo scorso settembre concesse una generale assoluzione a tutti gli ebrei, vuole che il podestà si informi se Elia fornicò prima di detta assoluzione generale, nel qual caso va rilasciato. Se il fatto avvenne dopo, il duca vuole esserne avvisato. Il 6 marzo si scrisse agli uomini di Corno Giovane di dare il solo alloggio a Cristoforo da Reggio con cinque cavalli. In simile forma si é scritto agli uomini di Castioneper Paolo de Pisis e Giovanni de Caravaggio.

Potestati Viglevani.
Havemo inteso per querella de maestro Salamone ebreo che tu hay detenuto Elia, figliolo de Dactilo ebreo, per imputatione a luy facta de fornicatione, del che se dole dicendo essere imputato a torto; et perchè nuy sin questo septembre facemo generale et libera absolutione a tuti li ebrei del paese nostro, così appare per nostre lettere patente, acioché [ 282r] dicti ebrei non possano lamentarse che non gli siano observate le dicte nostre lettere, volemo et così te comandiamo che, havendo tu informatione che'l dicto Elia habia commesso el dicto peccato inante la dicta nostra absolutione et liberatione, lo debii liberamente relaxare. Ma se dicto commesso peccato fosse facto dappuoy la dicta liberatione nostra, volemo che subito ne avisi. Data Mediolani, die vii marcii 1454.
Bonifacius.
Iohannes.
Die vi marcii scriptum fuit hominibus Cornu Iuvenis quod alogient Christoforum de Regio cum equis quinque bene et quod solum dent ei stantiam.
In simili forma scriptum fuit hominibus Castioni pro Paulo de Pisis et Iohanni de Caravagio.
Christophorus.
Cichus.