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1068. Francesco Sforza ai rettori di Bergamo e a Bettino da Calcinate 1454 marzo 10 Milano.

Francesco Sforza scrive ai rettori di Bergamo e rivolgendosi in particolare a Bettino da Calcinate confuta quanto egli asserisce in merito alla detenzione del famiglio ducale Pasino da Vignola negando lo stato di famiglio di Pasino, di cui Bettino evidenzia la condizione di ufficiale ducale e capitano con il compito di impedire che si conducano vettovaglie a Bergamo. Il duca ribatte rivendicando lo stato di famiglio del suo uomo, di averlo come tale, più e più volte adoperato e come si attesta nelle stesse patenti con cui gli si affida l'ufficio di capitano. A convalida del comportamento ducale con i prigionieri nemici, Lo Sforza allega copia della convenzione con Venezia per attestare d'averla puntualmente osservata con condottieri, capisquadra, soldato o famiglio catturati da lui sempre liberamente rilasciati. Siccome Bettino gli ricorda che Diotesalvi fu liberato dopo il versamento di 2000 ducati, il duca gli fa presente che Diotesalvi fu preso a Caravaggio e "riscosso da villani", ai quali "non gli é data legge alcuna". Circa la vicenda del maestro Bartolaso, il duca non ha difficoltà a rammentare a Bettino che Bartolaso fu preso dagli uomini di Bartolomeo Colleoni e, quanto a Bartolaso, Bettino ben sa che Bartolaso "ha facrto quanto ha facto". Comunque, per Bartolaso il duca ha chiesto al Colleoni di inviargli due cancellieri che, proprio oggi, son da lui e gli hanno confermato che il Colleoni sapeva chiaramente che Bartolaso non era soldato. A conclusione il duca torna a richiedere il libero rilascio di Pasino, non tralasciando di insinuare che lui che ha in mano Desio Avogadro e il castellano di Bre e altri ancora ne avrà nei prossimi giorni, non li libererà prima che sia data la libertà a Pasino e il trattamento che verrà fatto a lui sarà attuato con quelli di loro che il duca ha e avrà in suo potere.

Rectoribus Pergami et Bettino da Calcinate.
Spectabilis et probi viri amici nostri carissimi, havemo recevuto la lettera che tu, Bettino, n'hai scripto responsiva ala nostra circha la retentione de Pasino Vignola, nostro fameglio, et inteso Ie allegatione tu fay dicendo non ne dobiamo maravigliare d'essa soa retentione, perhò che l'hai preso per bona guerra et che luy non è nostro fameglio, ma che è nostro officiale et capitaneo, deputato in Bergamasca ad prohibere che Ie victualie non se conducono dentro da Bergamo, et cetera. Ala quaIe lettera, de parte in parte respondendo, dicemo che non denegamo dicto Passino non sia preso per bona guerra, ma ben dicemo et cosi protestamo luy essere longamente nostro fameglio, et havemolo operato più et più volte per nostro fameglio; et così veramente è et nuy l'havemo sempre tenuto et reputato nostro fameglio, como piu largamente se fa mentione in Ie nostre lettere patente concesse a luy per lo dicto officio. Et quantunque I'habiamo concesso [ 287r] dicto officio, tamen non resta ch'el non sia nostro fameglio, como anche se pò vedere per tuto il Bressano, perché li nostri famegli sonno quelli alIi quaIi havemo dati et comissi Ii officii; et per questa casone non resti perho che essi non siano nostri famegli. Per la quale rasone pare a nuy che molto ve partiati dala honestà et dal dovere, advisandove che tra la signoria et nuy sonno conventione delle quale ve ne mandiamo qui inclusa la copia, le quale in fin mò havemo nuy facto observare illesamente dalla parte nostra, perchè de quanti conducteri et capodesquadre et veruno soldato o fameglio, o altri scripti con la prefata signoria che siano stati pigliati, nuy sempre et subito l'havemo facti relaxare liberamente per observatione della promessa nostra et de mantenere la bona usanza; siché ne pare debbiati similmente vuy per observo della voluntate d'essa signoria, fare liberamente relaxare dicto Pasino del quale, per tenore de questa, post che per moltissime vie podeti havere inteso essere nostro fameglio, ve facemo de novo piena fede, como è nostro fameglio. Et perchè tu, Bettino, per una particella d'essa tua lettera ne recordi che domino Diotesalvi fo preso a Caravazo et scosso ducati 2000, et che per soldato dovea fir relaxato, dicemo a questo che esso Diotesalvi fo preso et riscosso da villani, alli quali sapeti in simile cosa non gli è data lege alcuna, et per questo non cade imputatione a nuy de inobservantia deIe bone usanze militari.
Ala parte de quello maestro Bartolaso, dicemo che esso è stato preso per quelli del magnifico Bartholomeo, como vuy sapeti, quale como cognoscente d'esso Bartolaso, ha facto quanto ha facto. Et per piu chiareza de questo, pur ogi havemo mandato per duy cancelleri d'esso Bartholomeo, che sonno qua, quali n'hanno dicto como el prefato Bartholomeo [ 287v] sapea bene luy chiaramente dicto Bartholaso non essere soldato, dove l'ha poduto scodere; et sopra ciò da luy n'havereti più chiareza, se serà bisogno, dove per dicte casone non haveti niuna vera rasone de retenire dicto Pasino. Per la qual cosa concludemo et così ve confortiamo che vogliate fare relaxare liberamente dicto Pasino, nostro fameglio, como arechiede il dovere et la honestà et la promissione che ha con nuy la vostra signoria, advisandove como nuy havemo in le mane Desio Avogadro et lo castellano che era nella rocha de Bre; et delli altri ancora ne capitarà nelle mano fra pochi dì, quali tuti similmente faremo ritenere et non Ii relaxaremo may per finchè vuy non habiati relaxato dicto Pasino; et ve advisamo et certifacamo che per ogne dinaro fareti pagare al dicto Pasino, nuy ne faremo pagare a costoro et ad ogne altro venerà in Ie mane et possanza nostra, quatro. Et tali tractamenti quaIi seranno facti al predicto nostro fameglio nuy faremo (a) fare el simile aIi prenominati et ad ogne altro ne capitarà neIe mano. Ma facendo vuy liberare dicto Pasino, como rechiede el debito et l'honestà, nuy faremo ancora el simigliante et faremo relaxare li predicti et castellano. Data Mediolani, x marcii 1454.
Bonifacius.
Cichus.

(a) fare ripetuto.