Registro n. 16 precedente | 1080 di 1825 | successivo

1080. Francesco Sforza al piacentino Giacomo Palmano (1454 marzo 13 Milano).

Francesco Sforza vuole che il piacentino Giacomo Palmano informi l'abbate di San Vitale che, a consegna avvenuta dei 1000 ducali da lui offerti, gli restituirà la sua abbazia alla condizione che faccia residenza a Piacenza, o a Pavia o a Milano. Ordina a Palmano di dire d'andarsene via all'uomo d'arme del conte Giacomo. che é lì per visitare i suoi, beneficiando del salvacondotto datogli dallo stesso Palmano. Se non fosse ancora arrivato, gli faccia sapere di non muoversi, perché gli é stato revocato il salvacondotto: é uno dei Marenghi.

Domino Iacobo Palmano de Placentia.
S'el abbate de San Vidale ne vole dare quelli mille ducati d'oro, quali altra volta tu ne offeristi per sua parte, nuy siamo contenti de restituirlo ala sua abbatia liberamente, ma volemo che la sua stantia sia qui o ad Milano o ad Pavia, dove piu ne piacerà, et non altrove per veruno modo. Et li mille ducati d'oro volimo inanze trato, et poi subito lo remetteremo ala abbatia; siché vogli mandarli ad dire questo che te scrivemo, et vede de havere subito la risposta, et avisane.
Apresso se quello homo d'arme del conte Iacomo, qual hebe il salvoconducto per le tue mane de venire lì ad vedere li suoy, se retrova lì de presente, volimo che tu gli dichi per nostra parte ch'el vadi per li facti soi; et s'el non è ancora venuto, mandagli ad dire ch'el non vegni, perché nuy gli revocamo il salvoconducto; el quale homo d'arme credemo sii de quelli de Marenghi. Data ut supra.
Christoforus.
Iohannes.