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109. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 agosto 18 "in castris nostris felicibus apud Gaydum).

Francesco Sforza esprime a Luchina dal Verme il suo stupore per non avere ancora provveduto, dopo le replicate sue richieste, mandare la sua gente a Cremona. L'avverte che manda lì il suo famiglio Alberto Santo per condurre detta gente a Cremona od oltrove per servirsene nel Parmense, oppure nel Cremonese o dove meglio crederà.

[ 31v] Magnifice domine Luchine de Verme.
Per altre nostre duplicate lettere ve havemo scripto che dovesti mandare quelle vostre gente verso Cremona per adiutare a fare delle cose che importavano per lo stato nostro, e credendo già gli fossero gioncte, trovamo non gle essere venute, nè comparse, del che ne siamo maravigliati, nè possemo pensare (a) donde proceda tanta tepeditate in le cose de importantia como questa. E pertanto mandiamo là Alberto Sancto, nostro fameglio, per levare et condure dicte gente a Cremona, o de lì oltra per poterli operare, aut in Parmesana, aut in Cremonese o dove meglio ne parirà; fariteli adoncha levare et venire con sé, credendo a luy in questa materia quanto farestì a nuy proprii. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) pensare in interlinea.