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1104. Francesco Sforza ad Antonello de Campanea, podestà di Lovere (1454 marzo 15 Milano).

Francesco Sforza fa presente ad Antonello de Campanea, podestà di Lovere, che esula dalle sue competenze la restituzione delle bestie cariche di biade con cui il viceluogotenente di Pasino Vignola, nonché famiglio ducale e commissario sopra i divieti, trasportava merce per la sua famiglia Il duca avvisa il podestà che trattiene coloro che detto famiglio gli ha inviato per denunciargli il provvedimento da lui preso in attesa della relazione podestarile per mettere a confronto le due versioni dei fatti, avvertendolo che, comunque, il suo operato é sempre criticabile per la forma, al di là del problema se simili cose appartengono al suo ufficio.

Antonello de Campaneo, potestati nostro Luere.
Ha mandato da nuy el vicelocotenente de Pasino Vignola, nostro fameglio, comissario lì sopra li deveti, condolendose che, havendo facto torre per la sua fameglia certe bestie carche de biada, quale andavano contra bando, et factole menare in quella terra sopra l'hostaria, tu ha facto restituire inderetro dicta biada et bestie contra loro conscientia; del che, essendo così, molto ne maravigliamo et quasi che non lo possiamo credere, maxime non extendendose l'offitio tuo a simile restitutione. Il perché volimo che subito ce avvisi como è passata la cosa, et così ce avisaray perché faciamo restare qui li predicti ce sonno mandati per questa casone fine haveremo la resposta de questa, ad ciò possiamo intendere meglio la cosa per lo parere tuo, il suo et per la veritate; che se così fosse, como loro dicono, ne restaressemo non ben contenti perché queste cose non aparteneno al'offitio tuo. Et quando bene apartenesseno non doveresti exequirli in questa forma; et fay che per quanto tu hay cara la gratia nostra che da qui inanze non li dii più impazo, anzi prestarali ogni adiuto et favore circa cio quanto a ti serà possibile.
Data ut supra.
Andreas Fulgineus.