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112. Francesco Sforza al conestabile ducale Gaspare da Sessa 1453 agosto 19 "apud Gaydum".

Francesco Sforza vuole che il conestabile ducale Gaspare da Sessa provveda all'opera da lui segnalatagli di togliere il ponte in mezzo alla strada della Torreta, perchè otturerebbe l'acqua e provocherebbe una palude impedendo ogni accampamento. Loda la decisione di Gaspare di farsi sostituire da suo figlio nell'impresa di Castelleone, in modo che Gaspare rimanga "ala guardia di quello loco". Lo informa della buona opinione che ha di suo figlio per cui penserebbe "de farlo valenthomo". Si dice pure soddisfatto del lavoro dei "torrecini" e aggiunge che vedrà di restaurare i "piati" e mandare altri guastatori.

[ 32r] Gasparri de Suessa, conestabili nostro.
Havemo recevuto e veduto voluntera le tue lettere per le quale ne recordi et avisi che al tuo parere seria bene tollere via quello ponte è in mezo la strada dela Torreta, perchè, stopandolo e oturandolo l'aqua, se spazaria et faria uno padule in modo et forma che da quella forma banda non potria acamparse gente alcune, el quale parire ne pare bono e comendiamolo molto. Et cosi te confortiamo et caricamo a farlo fare che credemo se potrà fare facilmente con quelli guastatori sonno lì, perchè non gli vanno molte opere a guastarlo et stoparlo.
Ala parte del consiglio et partito per te preso de mandare piutosto tuo figliolo al'impresa de Castorlione che andarli tu, dicemo che tu facesti bene et, a nostro modo, è meglio fo che tu restasse ala guardia de quello luoco, avisandote che havemo bona et optima opinione et relatione delli soi deportamenti in quella rotta data a l' inimici, e tale è cosi fata, che tu te poi lectare de tale figliolo et nuy ne recevemo piacere asai, e vorimo pigliare cura de farlo valenthomo. Ceteris, ne piace de quello lavorerio fato di quelli torrecini lì e vederemo de provedere al reconzare de quelli piati e far mandare qualche altri guastatori, ma sopratuto in questo mezo far tolere via quello ponte con quelli che sonno lì de presente. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.