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117. Francesco Sforza ai deputati e ai presidenti agli affari di Pavia (1453 agosto 19 "apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive ai deputati e ai presidenti agli affari di Pavia di ritenere la loro richiesta di punizione dei rivoltosi una dimostrazione di quanto abbiano a cuore lui e il suo stato e li riassicura che sua "total dispositione è ch'el se facia ragione" contro chiunque ha sbagliato.

[ 33r] Spectabilibus et sapientibus viris deputatis, presidentibus negociis communitatis civitatis Papie, nostris dilectis.
Per quanto ne haveti scrito e nuntiato del tumulto facto in quella nostra cità, el quale è stato non senza periculo de grande scandalo, comprehendimo asay, benchè a nuy non sia cosa nova, quanto amati nuy et el stato nostro, maxime ubi suadetis, et ne rechiedete che faciamo far ragione contra tali temerarii e scandalosi homini, pocho amici del ben vivere; dela qual cosa molto ve comandiamo et ringratiamo et non reputaressemo nostro amico et benivolo che ne consiliasse altramente, avisandone che nostra intentione e total dispositione è ch'el se facia ragione e sia puneto che haverà falito senza remissione alcuna, e sia che se voglia, etiam s'el fusse el conte Galiazo, nostro figliolo. Et così havemo scripto al nostro podestà lì in piena forma. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.