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12. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo (1453 agosto 2 "in castris nostris felicibus apud Gaydum").

Francesco Sforza riscrive a Gracino da Pescarolo, dei Maestri delle entrate, di consegnare a Cremona i sandoni, di cui si è fatto parola, e di consegnarli all'ingegnere Giovanni da Lodi per metterli in opera.

Nobili viro Gracino de Piscarolo, ex Magistris intratarum nostrarum dilecto nostro.
Benché altre volte habiamo ordinato et scrito che quelIi sandoni, deIi quali tu ne scrive, fossero mandati a Cremona, pur non gli sono mandati; siché tu hai facto bene ad recordarcelo. Volimo adoncha che tu gli facii conducere a Cremona, e farali consignare a maystro lohanne da Lodi, inzignero, perché gli voremo far mettere in opera. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.