Registro n. 16 precedente | 1224 di 1825 | successivo

1224. Francesco Sforza al podestà, al castellano, al comune e agli uomini di Castell'Arquato 1454 aprile 12 Lodi.

Francesco Sforza srive al podestà, al castellano, al comune e agli uomini di Castell'Arquato che, avendo il Colleoni disertato da lui, come "ingrato d'ogni beneficio", gli pare doveroso riprendersi quella terra. Per questo manda lì il consigliere ducale Sceva de Curte per riprendersi terra, fortezza e il giuramento della loro fedeltà.La stessa riappropriazione fa di ogni munizione come di ogni cosa che si trova lì.

Potestati, castellano ac comuni et hominibus Castriarquati.
Noi havemo concesso ad Bartholomeo Coglione el dominio de quella terra de Casteloarquà, perché luy perseverasse fidelmente in li servicii nostri et fare verso nuy et lo stato nostro quello che degno fare li vallenthomini. Adeso, havendo luy preso altra via, como ingrato d'ogni beneficio et alienatose da nuy non senza grande desfavore et manchamento dele cose nostre maxime, non havendo alcuna casone, né rasone de così fare, ne pare rasonevele de repetere la dicta terra et non lassare ghodere el nostro da chi ne ha offeso. Pertanto, mandando nuy lì el spectabile doctore et cavallero domino Sceva de Corte, nostro consigliero, presente exhibitore, per ritorre la tenuta di quella terra et forteza in nostro nome, volimo, et per le presente vi comandiamo che subito, vedute queste, gli debiati consignare la possessione et tenuta d'essa terra in nostro nome; et così tu, castellano, consigneragli dicta rocha et forteza et tuti vuy gli prestareti el debito iuramento de fidelità et obedientia, et credireti et obedireti in ogni cosa quanto la nostra persona propria. Et perché credati che questo proceda de nostra voluntà, nuy habiamo sottoscrite le presente de nostra propria mano. Laude, xii aprilis 1454. El simile dicemo d'ogni monicione e altra cosa che se trova in quella terra et rocha.
Iohannes.