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1259. Francesco Sforza ad Andrea Dandolo, provveditore di Crema 1454 aprile 20 Milano.

Francesco Sforza informa il provveditore di Crema che quindici giorni fa Ugolino del Torchio di Casteldidone insieme con Giovanni de Cocono, pur lui della stessa località cremonese, furono presi e condotti a Crema e si impose loro una taglia. Ora Ugolino, di ritorno da casa per avere i soldi della taglia sua e di Giovanni é ritornato lì. Nel frattempo é sopravvenuta la pace in vigore della quale tutti i prigionieri vanno rilasciati, così come lui, duca, ha fatto e farà. Chiede che altrettanto si faccia con entrambi i suddetti e siano liberati senza alcun pagamento.

[ 338r] Andrea Dandolo, provisori Creme.
Vene li da voy Ugolino del Torchio delli homini nostri da Castello Didone de Cremonexe, presente exhibitore, quale come da lui intendereti, venendo, già sonno quindici dì, insieme con uno Iohanni de Cochono, pure da Casteldidone, forono presi et conducti ad Crema et fattogli fare la tagl(i)a; venne ad casa il dicto Ugolino per portare li denari della tagl(i)a sua del dicto Iohanni, il quale remase obligato per sé et per el dicto Ugolino. Da poi, mediante la divina gratia, é seguita la conclusione della pace, per vigore della quale se debbono liberare tutti li presoni dell'una parte e dell'altra; et cussi nuy ne havemo facto liberare et farimo relaxare tucti quelli delli quali serimo advisati.
Pertanto ve confortamo, per observatione delle promesse, vogliate fare licenziare il dicto Iohanni et liberare l'una et l'altro et senza alcuno pagamento de tagl(i)a, como nuy havimo facto et farimo liberare li vostri. Mediolani, xx aprilis 1454.
Zanetus.
Cichus.