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1264. Francesco Sforza a Leone da Camereno, podestà di Vigevano 1454 aprile 22 Milano.

Francesco Sforza comanda a Leone da Camereno, podestà di Vigevano, che se é vero che Isabellina da Gambolò, in sua presenza, prima che fosse giustiziata, ha discolpato l'ebreo Mosé di Galli, vuole che, per ciò, gli venga annullata ogni condanna e possa ritornare liberamente lì. Se le cose stessero diversamento, lo avvisi.

[ 339v] Domino Leoni de Camereno, potestati nostro Viglevani.
Tu vederay per la inclusa supplicatione ad nuy porta per Moyses di Galli, hebreo, hactenus habitatore de quella nostra terra de Vigievano, quale se grava dicendo che ad sugestione de alcuni emuli et inimici suoi alli dì passati, essendo una Isabellina da Gambolò in presone et già condemnata ad morte, fo acusato et incolpato per essa Isabellina che haviva havuto ad fare con sì contra ogne ragione, como dice poi in toa presentia dicta Isabellina, haverlo descolpato. Pertanto, parendo nuy essendo dicto Moyses stato descolpato per essa Isabellina anze fosse iustitiata, habia purgato la imputazione gli era facta, te commettemo et dicemo per questa che, essendo così, cioé che dicta Isabellina in toa presentia lo descolpasse, havuta questa, fazi cassare et anullare ogni bando, pena et condemnatione fosse facta al dicto Moyses per questa ragione, ita che possa liberamente retornare ad habitare lì como prima; et se fosse altramente, volimo ne debbi de ciò avisare. Data Mediolani, die xxii aprilis 1454.
Zanetus.
Cichus.