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1284. Francesco Sforza a Lanzalotto da Figino (1454 aprile 27 Milano).

Francesco Sforza scrive a Lanzalotto da Figino d'aver inteso che é arrivato con la gente a Cugnolo. Gli dice d'essere dispiaciuto per aver mandato il conte Urso con i suoi alla villa Polo Ro, cioé a Borghetto. Ha visto che ha scritto a donna Luchina di non volere sistemare sulle sue terre se non 300 cavalli : il duca vuole che ne alloggi 500 e con lei insista per tal numero. Non dimori oltre dove attualmente sta: domattina per tempo passi il Po con tutte le sue genti e faccia in modo che non si procurino, come avvenne a Borghetto, danni ai sudditi sforzeschi. Badi a quel che gli scrive lui e non a quel che vuole donna Luchina. Lo informa che gli uomini del conte Gaspare se ne vanno di là per altri alloggiamenti loro assegnati. Provveda ad Alessio alloggiamenti per i fanti che ha. Nel giorne suddetto si é scritto a Nicola de Palude perché si porti immediatamente dal duca.

Lanzaloto de Figino.
Havemo recevuto doe toe lettere et inteso quanto tu ne scrive del'essere tuo venuto lì a Cugnolo con quelle gente: dicemo ch'el ne piace, le quale non meni così unite como tu ne scrive et como te comandassemo, anze tu sei andato ad Cugnolo, et lo conte Urso con li suoy hay mandato ala villa de domino Polo Ro, cioé ad Burgheto, la qual cosa n'é molto despiaciuta, et maraviglamone che tu habii preterito li nostri comandamenti.
Habiamo ancora veduto quanto te ha scripto la magnifica madona Luchina del Verme, che non intendi de logiare se non cavalli 300, et cetera : te dicemo che tu debii omnino passare Po con dicte gente, et andaray allogiare in le terre et lochi della dicta madona Luchina. Et perché essa dica de cavalli 300, te advisamo che nostra intentione é che ella ne allogia cavalli 500; et quando tu seray con le dicte gente suso le terre soe, se starà poi ad vedere et discutere quanti cavalli ne doverà tenere; et per niente non te demorare più lì (a) dove tu sey, né in veruno altro locho, per finché tu seray ale terre et lochi dela dicta madona Luchina; et passaray domatina a bona hora Po cum tute dicte gente. Et fa' per modo che non n'habiamo più querella como [ 346r] havemo havuto del locho de Borghetto, et che non se faza damno ad li nostri subditi se é possibile; et non guardare ad lettere che te scrivesse madona Luchina: fa' che tu exequischi quanto te scrivemo, advisandote como quelli soldati del conte Gasparro se parteno de là et vano ad altri logiamenti ad loro deputati. Ad Guido de Assisio volimo tu provedi de alogiamento per li fanti se retrova; ma te avisamo como nuy non damo logiamento alli (b) fanti per li cavalli che hanno. Data ut supra.
Zaninus.
Cichus.
Die suprascripto.
Scriptum fuit Nicolao de Palude quod veniat ad dominum indilate omni exceptione remota.
Zaninus.
Cichus.

(a) in interlinea.
(b) Segue cavalli depennato.