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1293. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto 1454 aprile 26 Milano.

Francesco Sforza, siccome Giovanni Bono e Marco Corio lo hanno avvisato che domani Tiberto Brandolini passerà con la sua gente il Po, ordina a Teseo da Spoleto di sistemare coloro che arrivano da Piacenza in giù, dispiegandoli verso Fiorenzuola e Castell'Arquato fino a che vi sarà posto, dando anche sistemazione ai loro cavalli vivi. Avendo detto Tiberto annunciato a Bono e a Corio di essere in attesa di un gentiluomo di Carpi e di Gianfrancesco Pallavicino, il duca vuole che, al loro apparire, sistemi i loro cavalli vivi da Piacenza in su, qualora fossero pieni gli alloggiamenti da Piacenza in giù, avendo sempre l'avvertenza che, comprando gli uomini d'arme dei cavalli, i padroni stiano loro accanto. Lo informa che molti cittadini di Piacenza si sono lamentati del loro carico di cavalli, mentre altri ne rimangono immuni: il duca li ha garantiti e vuole che avvenga che ognuno avrà la rata propria. Vuole che dal primo maggio si dia alle gente d'armi quello che si osservava al tempo di Filippio Maria Visconti. Polizza: vuole che Teseo mostri questa lettera a Tiberto senza dirgli nulla di questo comando.

[ 348v] Theseo de Spoleto.
Iohambono et Marco Coyro, nostri famigli, n'hanno scripto como domane il magnifico domino Thiberto con le soe gente passarà Po. Et perché tu sapii como tu le debie allogiare, volimo che così, como le dicte gente veneranno giungendo, tu le debie acomenzare ad allogiare da Piasenza in giuso, distendendole verso Fiorenzola et Castelloarquato, per quanto durerano li logiamenti et per finché serano tutte allogiate, dandoli lo allogiamento per li cavalli vivi, secundo che se fa ad tutte le altre nostre gente d'arme, et como semo ancora certi che é la (a) intentione del dicto domino Thiberto. Et perché li predicti ne scriveno che dicto domino Thiberto dice aspecta quello gentilhomo de Carpi et Zohamfrancisco Palavicino, volimo che, quando li predicti venerano, tu li debii dare logiamento per li cavalli che haverano vivi da Piasenza in suso, quando siano pieni li logiamenti de Piasenza in giuso, havendo advertentia che li cavalli che venerano, comprandoli l'homini d'arme, habiano etiamdio logiamento, ordinando como meglio parerà ad ti che li patroni li possono tenere presso de sì. Ancora te advisamo como molti et molti citadini da Piasenza sonno venuti qua a nuy a dirne et lamentarse como loro vengono et sonno gravati delli allogiamenti delli cavalli et altri restano vacui et senza graveza de cavalli, et de ciò molto fortemente se ne gravano; nuy l'habiamo resposto che de ciò non dubitano puncto, perché faremo che ogniuno haverà la rata parte sua et nyuno restarà desgravato né vacuo dalli dicti logiamenti: et così nuy te comandiamo debie fare et exequire, non havendo respecto ad persona alcuna. Et perché tu sapii molto bene quale sia la voluntà nostra et quelle se ha ad dare ale [ 349r] nostre gente d'arme che allogiano in Piasentina, te dicemo che, incomenzando ad calende de magio proximo che verrà inanti, volimo che tu facii dare alle dicte gente d'arme quello che era consueto observarse et dare alle gente d'arme al tempo del'illustre signore quondam ducha passato secundo l'ordine ducale consueto servarse.
Data Mediolani, die xxvi aprilis 1454.
Zaninus.
Iohannes.
Poliza.
Theseo, questa lettera nuy siamo contenti che tu la mostri ad domino Thiberto et fazi quanto in essa se contene, non monstrando che te habiamo scripto che tu gli la mostri.
Data ut supra.
Duplicata die xxvii aprilis et signata Cichus.

(a) la in interlinea.