Registro n. 16 precedente | 1297 di 1825 | successivo

1297. Francesco Sforza al podestà di Treviglio (1454) aprile 29 Milano.

Francesco Sforza risponde al podestà di Treviglio che, a proposito di colui che era provveditore lì al tempo di Venezia e che di questi giorni si é portato verso Trezzo, non deve farsene pensiero per cui, se arrivasse lì, lo accolga garbatamente. Quanto a Niccolò da Lucca, vuole che, ricuperato che abbiano i tre mercanti di Monza le cose perdute, lo liberi, ma non senza aver prima saputi i nomi degli altri compagni, perché a loro si devono i furti.

[ 350r] Potestati Trevilii.
Havimo recevuto tre toe lettere et inteso quello ne scrive, alle quale, rispondendo, primo, alla parte de quello era providitore lì al tempo de San Marcho, quale dici questi dì é venuto verso Trezo cussì presso quella nostra terra, et cetera, te dicimo che de questo non bisogna havere dubbio alchuno; anzi venendo lì, se bene venesse in quella nostra terra, volemo lo recevi et gli fazzi honore et grata accoglienza come ad noi proprii. Alla parte de quello Nicolò da Lucha hai destinuto lì, te dicimo che havendo satisfacto o satisfacendo tutte quelle cose hanno perduto quelli tre merchatanti da Monza, lo debbi liberare; bem volimo, anzi sia relassato, che tu sappi li nomi delli altri compagni et de quali sonno et ce ne advisi, perché questi dicono essere li merchatanti delle robbarie se fanno. Alla parte delli danni fanno quelle nostre gente, nuy vederimo de provederli subito. Mediolani, xxviiii aprilis.
Zanectus.
Iohannes.