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13. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni (1453 agosto 2 "in castris nostris felicibus apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive a Bartolomeo Colleoni che, già molti dì fa, si è portato da lui un inviato di Giaomo Pio, chiamato Enoch, con una sua (del Colleoni) lettera con cui lo si sollecitava a dar corso al pagamento della prestanza dovuta a Giacomo per consentirgli di unirsi al Colleoni, che non era, allora, in grado di aiutarlo. Avendogli Giacomo scritto di mandargli 300 ducati d'oro, lui (duca) decise di sovvenirlo. Ma il proposito ducale se n'è andato fallito per le accresciute esigenze delle sue genti. Siccome ha, ora, saputo da Milano del buon pagamento fatto a lui, Colleoni, il duca gli invia Enoch, perchè soddisfi Giacomo di quanto gli abbisogna.

[ 6r] Bartholomeo Coleono.
Sono più et più dì che uno messo del spectabile lacomo da Pigli [alias, de Piis], chiamato Enoch, vene qua da nuy cum una vostra Iettera de dì viii del passato, per la quale ne confortavate a dare expedicione al pagamento dela prestanza del dicto lacomo, acioché se potesse mettere in puncto et condurse con vuy, secundo le promesse a luy facte, attento che vuy anchora non havevate el modo de poterlo expedire, et cetera; et ne scrive deinde el predicto lacomo che volessemo mandarli ccc ducati d'oro per alcuni soi bisogni. Et desiderando nuy et volendo far cosa fosse grata ala magnificentia vostra et al dicto lacomo, deliberassemo de subvenirlo deIi dicti ccc ducati, credendo de haverli presto qui. Et siandone venuto eI pensiero fallito, et cresciuto el bisogno de queste nostre gente, como potrite intendere dal dicto Enoch, non havemo infine potuto darli questi ccc ducati. Et perché da Milano semo stati avisati che al spazamento vostro è stata facta bona provisione per modo che, a compimento, haveriti lo intento vostro et, nondimeno, perché così con effecto, et presto, se faza, havimo opportunamente de novo scripto et repplicato ch'el non se attenda ad altro, non ma al facto vostro, ne è parso el meglio, per non tenere più in tempo questo Enoch, derizarlo ala magnificentia vostra, perché Ii proveda de quello ha da nuy, como porà et Ii parerà bisognare. Et così ve confortiamo ve piaza de voler fare, perché'l dicto lacomo è pur gentilhomo et homo da bene. Data ut supra.
Iohannes.