Registro n. 16 precedente | 130 di 1825 | successivo

130. Francesco Sforza a Gentile della Molara (1453 agosto 22 "apud Gaydum").

Francesco Sforza, in risposta alla lettera del 16 agosto, fa sapere a Gentile della Molara di aver scritto a sua moglie di accettare il prestito di 1000 ducati offerto dal conte Pietro Torelli e di farne l'assegnazione a Milano, devolvendoli poi al Colleoni. Gli ordina di procurare, non potendo avvalersi di suo nipote Roberto che è ai bagni, di risolvere lui con Pietro da Lonate la vertenza di quei di Castelnuovo, imponendo il pagamento a chi spetta. Si dice stupito che quelli di Godiasco gli abbiano presi dei denari. Se, comunque, lo può provare, si intenda con il commissario di Tortona e con lui induca i Godiaschesi a soddisfarlo. Gli comanda, infine, di eseguire ciò che gli ordinano il Colleoni e Andrea da Birago e in più cerchi qualche volta di andare ad Alessandria per constatare come vanno le cose.

Havemo recevuto una toa lettera, data adì xvi del presente et inteso quello ne scrive, respondendote alle parte necessarie, dicemo: primo, alla parte delli milli ducati che ha proferto el conte Petro Torello volere prestare alla illustrissima madona Biancha, nostra consorte, che essa madona Biancha ne ha scripto de ciò, et gli havemo resposto che li debbia acceptare et che gli ne facia fare bona assignatione ad Milano et poi che facia numerare dicti milli ducati al magnifico Bartholomeo Coglione.
Ala parte dela differentia de quelli da Castelnovo, dicemo che al presente non havemo el modo de mandarli altra persona per conciare dicta differentia, perchè domino Roberto, nostro nepote, è andato ali bagni, ma vede, insieme con Petro da Lonate decidere questa differentia et darle fine per qualunque megliore modo ve parerà, facendo pagare ad chi debitamente specta et raxonevelmente deve pagare.
Delli toi dinari, quali dice te sonno stati tolti per quelli da Godiasco, dicemo per certo che ne maravigliamo che dicti da Godiasco habiano presuncto de torrete dicti dinari; pur, sia la cosa como se voglia, vedi se de questo poi far prova alcuna per qualunche via, et possendone fare prova, te intenderai con lo comissario de Terdona et insieme con luy astrenzereti dicti da Godiasco per modo che sii pagato, deportandote perhò honestamente per modo che non habiamo lamenta sia facto torto a persona veruna.
Ceterum, volimo, como per altre te havemo scripto, che exequischi et faci quanto per lo magnifico Bartholomeo et Andrea da Birago te sarà ordinato et comandato, siando sollicito in ogni cosa segondo te parerà rechieda el bisogno, et vogli andare qualche volta verso Alexandria per vedere como passeno le cose, et avisane ala zornata como succedeno le cose. Data ut supra Nicolaus Iohannes.