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1319. Francesco Sforza al commissario di Caravaggio 1454 maggio 3 Milano.

Francesco Sforza informa il commissario di Caravaggio della protesta avuta che i sodati, alloggiati a Treviglio, Caravaggio e Vailate, si sono portati a Casirate e ad Arzago con gran parte dei loro cavalli pascendoli di erbe e biade con gran danno della gente del posto. Il duca vuole che il commissario ammonisca i soldati di far ritorno ai loro alloggiamenti e disponga che da ciascuno si assegnino prati dove i soldati possano far pascolare i propri cavalli senza recare ulteriori danni alla gente del luogo; nel caso che ancora ne facessero, conceda alla gente locale di rifarsi sui cavalli e la roba dei soldati.

Commissario Caravagii.
Havemo recevuto querella che li soldati quali allogiano in Triviglio, Caravazo et Vaylà sonno partiti dali suoi alozamenti et andati ad Casirate et Arzago con la più parte delli cavalli loro, et l'hanno tagliati et pasciute et tagliano et pasceno tute le herbe et biade, guastando le stantie et le vigne di homini per modo che quelli che hanno le possessione non possono mandare li suoi massari ad lavorarle et ad stare nelle case loro; del che havemo preso admiratione et dispiacere assay, perché, havendo nuy facta la pace, non intendemo che ali homini nostri per li nostri medesmi non sia facto guerra, né volemo che questi hanno le possessione loro in questi lochi restino in tuto desfacti, como restariano havendo tute le gente d'arme de Giaradada ale spalle loro. Pertanto volimo che, havuta questa, debiati provedere et amonire dicti soldati che se levino delli dicti lochi et tornino ali logiamenti loro consueti, perché non saria honesto che questi tri lochi portassero la botta de tuta Giaradada. Ben ne pare, aciò anche quelli cavalli de quelle nostre gente habiano da vivere, che vuy ordinati, con quello honesto et aconzo modo ve parerà, che quelli lochi, dove allogiano dicte nostre gente, ciaschaduno ali soi assigni qualche prati dove possano pascere li soi cavalli, como se fa altrove, il che facendo li soldati non haverano ad fare altro danno et, facendose ordinatamente, cioé che ogniuno ne daghi ali soi, serà legiere cosa ad ogniuno, et nisuno se lamentarà perché havendo li soldati qualchi prati da pascere et la commodità delle herbe salvatiche, non volimo se impazano d'altro; pur quando facesseno danno altrove che nelle [ 355v] prati gli serano assignati, siamo contenti concedi ali homini che gli togliano li cavalli et robbe loro. De questo nuy havemo advisato Colella et Anghelello qua; tu ne advisaray Antonello dal Borgo et li altri. Data Mediolani, iii maii 1454.
Zanetus.
Iohannes.