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1331. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1454 maggio 4 Milano.

Francesco Sforza risponde a Sceva de Curte di aver disposto che i buoi che sono nel Piacentino siano condotti a Cassano. Per ciò che riguarda i trasporti, vuole che accuratamente si informi su quelli che si possono fare e con quale guadagno, avvisandone poi Bartolomeo da Cremona, Circa l'ufficio di Castell'Arquato promesso a suo fratello, il duca vuole che ne parli con Tiberto Brandolini per sapere se é disposto a concederlo almeno per un anno. Gliene parli lo stesso Sceva in modo che Tiberto non sospetti che, dopo avergli dato quel territorio, il duca voglia quell'ufficio per lui. Provveda ad ammonire, come gli pare, quelli del capitano del divieto per i loro comportamenti.

Domino Sceve De Curte.
Havemo recevuto le vostre lettere de dì 25 et 26 del passato et inteso quello ne scriveti; alle quale respondendo: primo, ala parte delli nostri bovi sonno in Piasentina, li quali diceti havere inteso volere essere conducti altrove, et cetera, dicemo che nuy havemo ordinato che siano conducti ad Cassano, siché ad questa parte non bisogna dire altro; ala parte delle victure, et cetera, dicemo che debiati con quello studio et diligentia sia possibile informarvi che victure possono essere facte et quello ne é guadagnato, et ne advisati Bartolomeo da Cremona. Ala parte dell'officio de Castelloarquate, quale havevamo promesso per vostro fratello, et cetera, ve dicemo che vuy, come da vuy, ne posseti tocare qualche cosa con domino Thiberto per vedere se almanco per uno anno ve [ 358r] lo volesse concedere, dicendo che l'havevati havuti da nuy con quello bono et honesto modo ve parirà; ma parlategli honestamente per modo che, havendogli nuy dato la terra, non paresse volessemo lo offitio per nuy. Data Mediolani, die iiii maii 1454. Delli deportamenti fanno quelli del capitano del deveto vogliati admonirli como ve pare necessario. Data ut supra.
Zanetus.
Iohannes.