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1343. Francesco Sforza al commissario di Caravaggio (1454 maggio 6 Milano).

Francesco Sforza, siccome gli uomini d'arme alloggiati a Caravaggio non hanno di che mantenere i loro cavalli, vuole che il commissario locale faccia loro dare delle erbe di campo selvatiche e, non bastando queste, faccia in modo che abbiano pure delle erbe domestiche sufficienti per il loro nutrimento. A chi si lamenta perché lui ha concesso ogni bene a Seco, risponde che se qualcuno ha di che rivendicare da lui, lui, commissario gli amministri giustizia.

[ 361r] Comissario Caravagii.
Perché se sonno lamentati da nuy l'homini d'arme nostri lozati in Caravazo che non hanno da dare manzare ali loro cavalli, et che per quelli nostri homini gli é prohibito che non mandano ad saccomano, te dicemo, perché é pur necessario providerli per lo vivere delli dicti cavalli, gli fazi dare delle herbe de campi salvatiche fin ad bastanza del vivere d'essi cavalli; et non bastando le dicte herbe salvatiche, siamo contenti gli faci dare delle domestiche, siché ne habiano ad sufficientia per uso delli dicti cavalli, providendo che da poi non se faza damno alcuno. Apresso, perché nuy havemo havuto lamenta della lettera che nuy habiamo concessa ad ogne bene Secho, te dicemo che per esse lettere non intendemo nuy tollere le rasone de veruno, imo se alcuno pretendesse havere da esso, volimo che, non obstante la dicta nostra lettera, ministri rasone ad chi debbe havere contra d'esso ogni bene. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.