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1357. Francesco Sforza al podestà di Vigevano 1454 maggio 6 Milano.

Francesco Sforza ordina al podestà di Vigevano di non procedere contro l'ebreo Mosé in base all'imputazione datagli per la femmina che venne giustiziata. Ciò vale, oltre che per lui, anche per i suoi e le cose sue.

[ 364v] Potestati nostro Viglevani.
Per altre nostre ve havemo scripto, como haveti veduto, circ'al facto de Moyses, ebreo, per casone de quella imputatione gli fo data de quella femena che altre volte fo iusticiata et, fin al presente de quanto ve havemo scripto non intendemo ne sia seguito altro effecto. Il perché, replicando quello medesimo, dicemo che, se vero é che al fine la dicta femina discolpasse lo dicto Moyses, nonobstante ch'el appara inscripto, volimo che contra luy non procedati più per alcuno modo, né contra li suoy, né le cose soe.
Immo volimo che ogni novità et molestia gli havessemo facta per la casone predicta, gli la revocati et anullati, et così lo absolvati liberamente secundo l'altra repplicatione. Data Mediolani, vi maii 1454.
Persanctes.
Cichus.