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136. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi (1453 agosto 23 "in castris nostris felicibus apud Gaydum)".

Francesco Sforza esprime al luogotenente di Lodi il suo stupore per quanto gli ha scritto per il pagamento dei "navaroli delli piati stano a Cereto". Egli ha inviate al referendario di lì delle lettere da lui sottoscritte per il saldo delle spese necessarie a Cerreto. Il medesimo referendario ha fatto sapere che i gentiluomini di Muzano si lamentano che i loro boschi paghino lo scotto di tutti i lavori, perchè sono "comodi, et apti e apropinqui a Cereto", si tratti del lavoro di Zurlesco, del ponte di Lodi o di altro. Il duca comanda al luogotenente di provvedere che "le graveze passino equalmente" quando vi siano altri boschi "così apti et commodi", altrimenti si proceda nel modo usato.

Locumtenenti Laude.
Respondendo alle vostre lettere, cioè ala parte del pagamento delli navaroli delli piati stano a Cereto, ne maravigliamo de questo perchè, como ve scrisemo a questi dì passati, e como ve potiti informare, nuy scrisemo al nostro referendario lì per lettere sotoscripte de nostra propria mano che proveda ale spese necessarie a Cerreto, sichè (a) rechede dicto referendario li zentilhomini da Muzano se gravano che siando molti altri boschi così comodi et [ 37v] (b) apti e apropinqui a Cereto como li soi, sempre se corra ali suoi, li quali in queste novitate sonno posti a fracasso quando per lo lavorero da Zurlesco, quando per lo ponte de Lodi e quando per altro. Per la qual cosa, acioché le graveze passino equalmente, volimo faciati provedere se'l ce n'è deli altri, como loro dicono, et fare supportano la rata sua del carigo; ma quando non gli fossero altri buschi così apti et commodi quanto li loro, fate tagliare el ligname in essi senza exceptione alcuna atesa l'importantia del lavorerio. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue reche non depennato.
(b) La carta inizia con die xxiii augusti.