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1363. Francesco Sforza al luogotenente e al podestà di Lodi (1454 maggio 9 Milano).

Francesco Sforza scrive al luogotenente e podestà di Lodi che, per provvedere alla mancata sistemazione delle strade della città, manda lì magistro Pietro, ingegnere ducale. Perché tutto avvenga senza carichi per i cittadini, gli ha ordinato di servirsi delle asse portate da Cerreto per fare circa venti carretti e di servirsi dei cittadini per le opere necessarie, i ferramenti e quant'altro occorre in modo che presto le strade siano sistemate. Ad evitare spese di osteria magistro a Pietro, lo sollecita a dargli ricetto nella sua casa finché dureranno i lavori.

Locumtenenti et potestati nostris Laude.
Per fare che quelli nostri citadini se reprendano da sì medesmi non havere provisto al mancamento dele strade de quella nostra cità, che in vero é pur vergogna asay, mandiamo lo magistro Petro, nostro ingegnero, presente exibitore, al quale havemo commesso che facia aconciare tute le dicte strade. Et perché questo se facia senza spesa delli citadini, gli havemo comesso ch'el toglia lì, in la nostra munitione, delle asse che forono menate da Cerreto, tanto che ne possa far fare circha vinti carreti, como intendereti da luy. Ben ve dicemo che volimo gli faciati provedere per quelli citadini delie opere che gli seranno necessarie, et etiandio de ferramento et delle altre cose, secundo che ve parirà bisognare et luy ve rechiederà, non mancandoli in cosa alcuna, siché con celeritate possa far aconciare dicte strade et fare acconziare quanto l'habiamo commesso.Data ut supra. Insuper aciòche esso magistro Petro non habia ad stare suso la hostaria per finché sarà fornito dicto lavorerio, volimo gli faciati provedere dela vostra casa per suo lozamento. Data ut supra Cichus.