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1411. Francesco Sforza ad Andrea Dandolo (1454 maggio 16 Milano).

Francesco Sforza conferma ad Andrea Dandolo di aver visto il memoriale da lui mandato al consigliere ducale Angelo Simonetta con la denuncia contro il console ducale Gaspare da Sessa o i suoi per il furto patito da Bartolomeo Albergon di un paio di buoi e di una vacca, e per il rifiuto di Gaspare di restituire i soldati fuggitivi. Oltre a ciò, Dandolo lamenta che quelli di Castelnuovo han tolto un putto a Giacomo da Sandro, e anche un manzo e un ducato a tal Mafio, e ancora si lagna dei soldati di Sagramoro per gli inconvenienti da loro causati. Il duca informa Andrea Dandolo che a Gaspare e a Sagramoro, presenti il suo cameriere Donato con il podestà di Castiglione, ha fatto una romanzina e li ha castigati e, in più, ha ordinato a Gaspare di restituire quanto é stato preso e ha mandato un suo uomo per la esecuzione di quanto ha comandato, e altrettanto ha detto al podestà di Castiglione e a Donato nel transitare nel portarsi lì. Il duca lo esorta, se ancora, deprecatamente si ripetessero tali inconvenienti, di scrivere direttamente ai suoi ufficiali.

Andrea Dandolo, provisori Creme.
Havemo veduto uno memoriale portato per uno delli vostri ad Angelo Simoneta, nostro consigliere, de alcuna lamente faceti de Gasparro da Sessa, nostro console, o di suoi per certa robbaria facta ad Bartolomeo Albergon de quella vostra terra de uno paro de bovi et una vaca, et ch'el dicto Gasparro non vole restituire li soldati fugitivi et cetera.
Apresso de quelli nostri da Casteliono per uno puto tolto ad Iacomo da Sandro et uno manzo et uno ducato ad uno Maffio, et denique delle deshonestate facte per quelli de domino Segramoro, le quali cose certamente ne sonno rencrescìute et rencrescono, et ne despìaceno ultramodo et sonno al tuto contra la mente et dispositione nostra; donde per satisfatione de quanto rechiede la spectabile vostra signoria l'avisamo che, retroavandose qui li predicti [ 378r] Gasparre et domino Segramoro et Donato, nostro camerero, col nostro podestate (a) da Castiglione gli havemo dicto quello n'é parso et factoli admonitione et castigatione che da hora inante siamo certi non sentireti simili rechiami, et comessoli ad bocha al dicto Gasparro, che subito fazi restituire et relaxare le predicte cose, et così ha mandato uno di suoy per exequire, et similiter commisso al dicto potestate de Castellione et Donato, como da loro intendereti nel passare che faranno per lì. Si per lo advenire accadesse simile inconveniente, che credemo però non accaderà, vogliati pur scrivere vuy stesso ad quelli nostri officiali et subditi perché gli havemo commesso che in similibus exequiscano quanto se nuy proprii li scrivessemo. Data ut supra.
Christoforus.
Iohannes.

(a) podesta scritto su altra parola.