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1422. Angelo da Viterbo a Francesco Sforza 1454 maggio 16 Vigevano.

Angelo da Viterbo comunica al duca di avere accuratamente esaminato ognuno dei famigli di Roberto e tutti si sono dichiarati innocenti; non avendo trovato motivo di sottoporli a tortura, non ha posto nesuno alla corda e non lo farà se non avrà licenza dal duca. Il Bresciano, autore di vari furti, é stato alquanto incerto per cui, se lui, duca, vuole, lo porrà al "curlo" con due o tre suoi compagni.

Copia Illustrissimo domino duci Mediolani et cetera.
Illustrissime princeps et excellentissime domine domine mi unice, post recommendatione iusta, lo commandamento ad mi facto per la vostra excelentia son vinuto qua a Viglevano per casone de quella robbaria che é stata facta, dela quale sonno imputati li famigli del magnifico (a) signore Roberto; ho examinato tucti in singularità li predicti famigli, et breviter, usata quella diligentia se ricercha, quanto ho saputo et inteso, tucti dicono essere inocenti et non colpevoli de tale delicto. Et perché non ho alcuno inditio sufficiente a ponerli a tortura, non ho altramente posti loro ala corda, et nol faria senza expressa licentia dela vostra signoria, benché qui é tra li altri uno chiamato el Brexiano, che ha facto molti furti et robarie, et etiam domandato de questo excesso, vacila et varia un poco. Per la quale casone, piacendo ala prelibata vostra excellenza el ponerò al curlo con duy o tre altri soy compagni che sonno stati partecipi di molte cose cum luy; exequirò quanto vostra excellenza me commanderà, ala quale humilmente me racomando. Viglevani, xvi maii 1454.
Excellentissimi domini fidelissimus servitor Angelus de Viterbo, doctor.

(a) Segue misser depennato.