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1453. Francesco Sforza ai pavesi Antonio e fratelli de Lonate 1454 maggio 25 Milano.

Francesco Sforza precisa ai pavesi Antonio e fratelli de Lonate, in risposta a quanto essi gli scrissero e gli fecero intendere da Pietro Pusterla, di essersi, con gli ambasciatori di quella città, lamentato di Bernardo per aver mancato alle promesse fatte e di aver aggiunto che lo avrebbe punito e lo stesso egli disse di Belnovo. Non é vero che lui, duca, imputò loro l'andata di Bernardo dal marchese di Monferrato, perché, se avesse creduto ciò, si sarebbe lagnato di loro. Stiano sereni perché, se potrà fare qualcosa a loro vantaggio, lo troveranno sempre pronto. Nel suddetto giorno si scrisse al podestà, al comune e agli uomini di Treviglio che devono provvedere erbe grasse o fieno a 15 cavalli di Colella da Napoli che dimorano lì. Per i rimanenti cavalli facciano come si comportarono addietro.

[ 388v] Domino Antonio ductori et fratribus de Lonate, civibus Papiensibus.
Havemo inteso quanto n'haveti scripto, et n'ha dicto per vostra parte Petro da Pusterla per excusatione de quello diceti che nuy siamo dogliuti con li ambassatori de quella nostra comunità del'andata de Bernardo, vostro fratello, dal marchexe da Monferrà, et che gli sia andato (a) de vostro consentimento. Al che, respondendo, dicemo ch'el fo vero nuy ce gravassemo publicamente con li dicti ambassatori d'esso Bernardo et dicessemo ch'el é uno giotto et ch'el ha contrafacto ale promisse ch'el n'haveva facto, et che nostra intentione é de punirlo, et così dicemo de Belnovo, ma non fo vero che nuy l'imputassemo a vuy, né che dicessemo ch'esso Bernardo sia andato de consentimento vostro, ché, quando havessemo creduto questo, doveti essere certi che ce saressero gravati et havessemo dicto male simelmente de vuy. Siché dativi de bona voglia et siati certi che nuy ve habiamo tuti vuy per nostri boni et fideli servitori et ve havemo cari et facemo stima de vuy como de qualunque altro nostro citadino, et possendo nuy fare alcuna cosa in honore et benefitio vostro, ce trovariti che nuy sempre prompti et aparechiati. Data Mediolani, xxv maii 1454.
Iohannes.
Die suprascripto.
Scriptum fuit potestati, comuni et hominibus Trivilii quod debeant providere de victu, sive de herbis grassis, seu de feno, per equis quindecim spectabilis Collelle de Neapoli quos habitant in ipsa terra donec per nos aliter provedebimus; et de reliquis equis suis provideant ut fecerunt pro preterito. Data ut supra.
Zanetus.
Iohannes.

(a) Segue con depennato.