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1460. Francesco Sforza ai consoli, al comune e agli uomini di Varzi (1454 maggio 25 Milano).

Francesco Sforza scrive ai consoli, al comune e agli uomini di Varzi che, volendo togliere al podestà ogni motivo di lamentela per non ricevere il suo salario, aveva disposto ch'egli venisse accontentato ogni mese con le condanne, come si usava al tempo di Filippo Maria Visconti. Il podestà gli ha obiettato che per la loro durezza e inobbedienza, tale disposizione non sarebbe stata efficace. Il duca dispone allora che si eleggano tra loro 12 uomini dabbene che, a ogni richiesta del podestà, facciano l'esazione di quanto é pertinente al suo salario.

Consulibus, comuni et hominibus Varcii.
Per tolere materia al nostro potestà de quella terra de lamentarse ogne dì ch'el non pò essere pagato del suo salario, como se convene, havemo preso questo ordine, cioé ch'el se debia pagare ogne mese della condemnatione, et eo modo et forma che se pagavano li altri potestà al tempo della bona memoria del duca Filippo. Et perché dicto potestà non assentiva a questo ordine, dicendo che per la vostra dureza et inobedientia non potrà fare la exatione del dicto suo salario, volimo et ve comettemo che per quanto haveti ad cara la gratia nostra, che debiati ellegere dodeci homini de vuy da bene, quali ad ogni requisìtione et istantia del prefato potestà debbano rescotere et fare la exatione contra qualunque debitore, aut de condemnatione, aut de qualunque altra cosa pertinente al salario et fornimento de casa d'esso potestà, ita che ogne mese venga ad havere et conseguire el suo debito salario, avisandove che, non exequendo voy questa nostra voluntà et sentendone una minima lamenta da qui in ante del predicto podestà, ve ne daremo tale punizione che cognosceriti havere facto male ad non obedire li nostri ordini et comandamenti. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.