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148. Francesco Sforza a Corrado [da Fogliano] (1453 agosto 24 "in campo apud Gaydum").

Francesco Sforza informa il fratello Corrado che, nonostante i plurimi solleciti fattigli di rispettare i salvacondotti da lui, duca, accordati ha ancora ricevuto richieste, sia dal conte Giacomo che dai rettori di Bergamo, di far riavere agli uomini di Osio i denari loro presi. Circa il bestiame tolto in Crema quando capitò il caso di Castiglione, gli ordina di distribuirlo come gli pare. Lascia ad Antonio, cancelliere di Corrado, di informarlo delle altre cose.

[ 40r] Magnifico Conrado, fratri nostro.
Segondo che per più altre lettere te havemo scripto e replicato, volimo per la conservatione deli salviconducti e fede nostra che ogni robba, pregoni et dinari fosseno tolti per li toi in Bergamascha sotto el nostro salvoconducto siano restituiti integre senza mancamento d'uno pontale de stringha. Et havendo novamente lettere et dal conte Iacomo et dali rectori de Bergamo per le quale ne rechiedeno instantissimamente la restitutione delli denari tolti al'homini da Oxio, volimo che subito facii restituire li dicti dinari senza mancamento alcuno; et se tu hay voglia de fare cosa che ne piaza, fallo senza piu replicatione de nostre lettere.
De quello bestiamo fo tolto per li toi, fu quello de Crema, quando intervene el caso de Castiglione, siamo contenti che per lo mancamento che feceno loro tu ne facii et lo distribuischa come te pare. Del'altre cose Antonio, tuo cancellero, vene informato al quale prestaray quella fede che faresti a nuy proprii. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.