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1480. Francesco Sforza a Bertolucio da Gubbio, commissario della Campagna di Pavia per la tassa dei cavalli 1454 maggio 28 Milano.

Francesco Sforza, informato da Bertolucio da Gubbio, commissario della Campagna di Pavia per la tassa dei cavalli, che dei sudditi sforzeschi hanno di che da ridire sui soldati che tolgono loro biade, vuole che Bertolucio faccia, nei luoghi in cui i soldati sono alloggiati, un pubblico proclama che li minacci di perdere i cavalli se oseranno tagliare l'erba degli uomini del Pavese.

Ser Bartholutio de Eugubio, comissario campanee Papie super taxas equorum.
Inteso quanto ne scrive del dubio hanno quelli nostri citadini et homini che quelli nostri soldati che sonno allogiati in la campagna de Pavia non tagleno le loro biave, et cetera, dicemo che tu debii far fare uno comandamento sive proclamatione per nostra parte in tuti li lochi dove allogiano dicti soldati che sotto penna de perdere li cavalli non debiano né olseno tagliare né far tagliare per alcuno modo le biave delli homini del Pavese, et fare tute quelle provisione te pareranno necessarie et expedienti per obviare ad questi damni et tali inconvenienti, perché non volemo comportare che tagliano, né faciano pascere, né tore le loro biave alli pover'homini per niente. Et facto haveray quanto te scrivemo, se alcuno serà inobediente [ 397r] vogli avisarne del suo nome et quello haverà facto luy o li suoy, perché li faremo tal punitione che serà exemplo ali altri. Mediolani, xxviii maii 1454.
Zaninus.
Cichus.