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1490. Francesco Sforza a Manno de Donatis, a Gracino da Pescarolo e a Bartolomeo da Correggio, referendario di Pavia 1454 (maggio) 28 Milano.

Francesco Sforza scrive a Manno de Donatis, a Gracino da Pescarolo e a Bartolomeo de Corigia, referendario di Pavia, di ritenerli bene informati delle malefatte operate in città da Bernardo da Lonate e, in particolare, del tumulto avvenuto l'anno addietro e come lui, duca, sia stato clemente con Bernardo, ammonendolo di astenersi dai suoi misfatti con il risultato di ottenere un suo peggiore comportamento, come é accaduto ultimamente quando, sollecitato ad andare da lui, egli se n'é fuggito presso i nemici e, in più, ha sparlato e agito contro il duca e lo stato. Dopo tutto questo, in quanto ribelle, il duca ha deliberato di incamerare tutti i suoi beni.

Manno de Donatis et Gracino de Piscarolo et Bartholomeo de Corigia, referendario Papie.
Crediamo debiati essere assai informati quante volte Bernardo de Lonà sia stato suscitatore et principio de varii errori et scandali sequiti in quella nostra cità, et precipue del tumulto che'llì seguì l'anno passato, et quanto l'habiamo ricolto con clementia et humanità non pocha admonendolo ad absentarse et riprendendolo de tali soy mali modi et costumi. Ma luy, non havendo verum respecto alle predicte nostre monitioni et reprensioni et honore suo alla iustitia né ad nuy, se é sforzato de stare ogni volta peio, como facile se pò comprendere per quello che ha facto poy, et novamente che, inter alia, havendolo domandato da nuy, non é voluto venire et andato alli luochy de quelli che allora erano nostri emuli et inimici. Ulterius ha sparlato in multi modi et tentato contra nuy et lo stato nostro, le quali cose pensamo certissime siano state contra la intentione et voluntà de tucti li soy, unde che, deliberando nuy de farli reconuscere per la via della iustitia lo errore suo como inobediente et renitente alli nostri comandamenenti et ad exempio delli altri, volimo che faciati fare descriptione de tucti li soy beny, mobili et inmobili, ac rasoni et dericti dello dicto Bernardo chesse ritrova havere ubique in lo dominio nostro, et quelli pigliateli et incorporateli ala Camera nostra como nuy li applicamo et incorporamo per le presente alla prefata nostra Camera et havemoli per applicati como de nostro rebelle, avisando indilate et specifice del tucto [ 399v] per vostre lectere, nuy et li Magistri delle intrate nostre extraordinarie; et in questo non manchate in cosa alchuna. Mediolani, die xxviii 1454.
Angelus auditor.
Cichus.