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1496. Francesco Sforza a Luchina dal Verme 1454 maggio 30 Milano.

Francesco Sforza, informato dagli uomini della pieve di Incino che donna Luchina dal Verme intende allontanare dal suo ufficio Giovanni Antonio da Figino, che detti uomini, invece, lodano per il suo comportamento, la invita ad astenersi da tale rimozione fino alla scadenza dell'anno assegnatogli, perché ciò ritornerebbe a infania di Giovanni Antonio e tenga conto che é considerato cittadino di buona reputazione.

Magnifice domine Luchine de Verme.
Sonno stati da nuy alcuni homini dela pieve de Incino et deli meliori quali, laudandosi molto delli boni deporatamenti e vivere netamente de Iohanneantonio de Figino, se grava assai che per vuy debba essere remosto dal'offitio a luy assignato per uno anno, segondo el tenore delle vostre lettere, in così breve termine senza veruna legiptima cagione a loro nota; similmente luy, qual é pur bono citadino de questa inclita nostra cità [ 401v] , molto se ne doleria, reputandoselo a garndissimo mancamento et infamia.
Per la qual cosa, considerato che l'é grato al'homini, cosiderato etiam che pur é citadino de asay bona reputatione et anche a nuy grato, ve confortiamo et caricamo che non vogliati farli questo mancamento; anzi lassarlo al'offitio gli haviti assignato fino al suo termine limitato, rendendoci certissimi che ne haveriti bonissimo et fidelissimo servitio. Data Mediolani, xxx maii 1454.
Ser Iacobus.
Cichus.