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1506. Francesco Sforza a Marco Corio 1454 giugno 3 Milano.

Francesco Sforza dice a Marco Corio di essere sorpreso per la incertezza sul suo compito pur avendolo mandato con uno ben definito. Poco conta che quelli di Sanseverino gli dicano altro: lui deve fare quello per cui é stato mandato. Se i Sanseverineschi non vogliono giurare secondo la commissione ducale, non prenderanno nulla. Quanto ai loro cavalli, Marco deve tenere presente che deve dare alloggiamento solo per quelli vivi che essi attualmente possiedono, per quelli che acquisteranno si provvederà poi. Gli va quel che ha accordato nelle lettere cremonesi. Se quelli ai quali ha dato la parte dovuta e quelli che hanno assai erbe e si dicono esenti andranno da lui a lamentarsi, risponderà loro quanto crederà. Per quelli uomini che, per loro sollievo, richiedono che il duca dia altre vallate presso Pandino che, per essere della Geradadda, contribuiscono con loro, per loro il duca rimette tutto al futuro, intendendo prima essere meglio informato, mentre ora lui, Marco baderà, come gli é stato comandato, a fare il compartito.

[ 403r] Marco de Coyris.
Havemo recevuto doe tue lettere, l'una de duy et l'altra de tri del presente continente più parte; et fra l'altre tu ne scrive che te avisano se debbe fare el compito, et che tu non hay facto nulla, perché quelli da Sanseverino dicono che nuy gli havemo facto uno compito da per sé, et cetera; al quale respondendo, non possemo fare che non ci maravigliano de te che ne domandi se tu debbe fare el compito, sapendo tu che non te habiamo mandato lì per altra cagione et, al nostro parere, doveresti fare quanto nuy ti commettemo, non attendendo più ad altri che a nuy. Et se voremo removere li Sanseverineschi, como tu dice che loro dicono, nuy te ne avisaremo; et quando non vogliono iurare segondo le comìssione nostre, non volimo che tu li facii dare niente. Ala parte delli cavalli vivi dicemo che tu gli debii fare dare logiamento per li cavalli se trovano de presente havere vivi; et se loro alegano haverne più et haverli altroe, et che ne voleno comprare, tu gli potray respondere et ordinare che quando gli haveranno, gli serà dato el logiamento, ita che in summa vengano ad havere per li cavalli vivi; et questa é la nostra intentione.
De quanto tu hay facto et accordato in lettere de Cremonese, restamo avisati et ne piace; se quelli alli quali tu hay dato la parte soa, perché hanno herbe assay, et li quali se allegano exempti, venirano da nuy ad a lamentarsene, gli responderemo quanto ne parirà; de quelli homini, quali demandano che per loro aleviatione vogliamo essere contenti che donare pussino et quelle altre valete, preso Pandino con ciò sia che siano de Giaradada contribuiscano con loro; non intendemo farne altro per adesso, perché se ne voremo meglio informare, attende pur ad fare el compartito, como te habiamo commesso. Mediolani iii iunii 1454.
Ser Iacobus.
Cichus.