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1517. Francesco Sforza al podestà e al capitano di Piacenza (1454 giugno 6 Milano).

Francesco Sforza vuole che il podestà e il capitano di Piacenza convochino davanti a loro Giovanni Corio, legittimato creditore da pubblici istrumenti, e Rosino Puichegello e Giovanni Catellano, renitenti debitori dai molti sotterfugi che li fanno renitenti a pagare le 300 lire che devono e, intese le parti, "per omnia iuris remedia", inducano i debitori a pagare il dovuto.

Potestati et capitaneo Placentie.
Ne ha significato il nobile Iohanne Coyro, nostro citadino Milanese, che essendo luy già più anni creditore de trecento lire imperiali de Rosino Puichegello et Iohanne Catellano da Fiorenzola, como dice appare per publici instrumenti, may non ha potuto conseguire il dovere suo per loro renitentia et subterfugio; la qual cosa gli cede in grandissimo preiudicio et damno rechedendone, proinde, che gli faciamo fare totalmente ragione ch'el consequisca il dovere suo. Et, pertanto, parendone honesta la sua peticione, volimo et ve comettemo che, havuto a vuy le parte et intese le ragioni de ambesse et constandove del vero credito d'esso Iohanne, procedati summariamente contra li dicti Rosino et Iohanne, asserti debitori, costringendoli demum per omnia iuris remedia ad fare il debito ad quod teneantur de iure. Data Mediolani, ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.