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1531. Francesco Sforza ad Antonio Secco, commissario di Geradadda, e a Marco Corio (1454 giugno 10 Milano).

Francesco Sforza si compiace con Antonio de Sichis, commissario di Geradadda, e con Marco Corio per l'equità con cui hanno fatto il compartito. Se Caravaggio e Brignano si ritengono onerati per i cavalli che hanno, occorre che pazientino. Vuole che i 100 cavalli che ha Sagramoro da Parma e quelli della squadra di Sagramoro Visconti siano ripartiti sulle terre dove é stato fatto il compartito. in modo che ognuna si avveda di essere stata sgravata, come ha loro scritto, a suo nome, il suo famiglio Francesco Capra. Con i frati di Caravaggio, restii a contribuire, si tiri dritto e li si costringa a fare secondo il consueto.

Antonio de Sichis, commissario Glareabdue, et Marco de Coyris.
Havemo recevuto la vostra lettera ala quale respondendo, prima, ala parte del compartito che haveti facto equalmente ad tute le terre, dicemo ne piace. Ala parte de quelli cavalli che Caravagio et Brignano se tengano gravati, non dicemo altro, se non che bisogna habiano pacientia ad quella [ 410r] contingente parte che li tocha, como fanno le altre terre. Ben siamo contenti et vogliamo che quelli cento cavalli che haveva domino Segramoro da Parma più che quelli della squadra de domino Segramoro Vesconte, li debiati compartire equalmente su tute le terre dove é stato facto lo compartito, siché ogneuna senta de questa sgravatione et commoditate, secundo ve debe havere scripto Francesco Capra, nostro famigilo, de nostro consentimento. Ala parte de quelli lochi di frati, che stanno in Caravagio, che non voleno contribuire secundo li altri, et cetera, dicemo che in questo facto debiati fare exequire et observare secundo il consueto, et non altramente. Data ut supra.
Zanninus.
Cichus.