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1532. Francesco Sforza a Luchina dal Verme 1454 giugno 10 Milano.

Francesco Sforza é informato da donna Luchina dal Verme di aver rimosso Giovanni Antonio da Figino dal suo posto perché aveva lasciato in servizio due individui meritevoli della forca. Il duca le replica, a giustificazione di Giovanni Antonio, ricordando che, nei dì scorsi, dei suoi soldati erano stati derubati e i due suoi uomini, trovati in combutta con dei soldati, furono presi. Passati dei giorni, il duca liberò i soldati ladri.Per difendere i soldati ed evitare che gli si attribuissero atteggiamenti di partigianeria per cui i soldati venivano liberati e i villani impiccati, il duca scrisse a Giovanni Antonio di liberare i due villani e così, per obbedire a lui, li liberò. Se per aver obbedito all'ordine del duca, Giovanni Antonio venisse licenziato, ne verrebbe scornato l'onore del duca. Per evitare a lui questa infamia, il duca insiste nel richiederle di riassume Giovanni Antonio fino alla scadenza del suo tempo.

Magnifice domine Luchine de Verme.
Noi ve havemo scripto per doe altre nostre lettere che volessevo remettere Iohanne Antonio de Figino al suo offitio; mò havemo recevuto la risposta vostra, et inteso le rasone et casone che ne allegati per le quale ve seti mossa ad removerlo dal dicto offitio, dicendo che ha lassato duy, che meritavano le forche, senza vostra saputa, et cetera. Dicemo che, essendo stato robbate alcune cose ali dì passati d'alcuni soldati, et essendo questi doy de compagnia con loro ad fare questo delicto, et essendo stati pigliati, passati alcuni (dì) facessemo liberare dicti soldati, ali quali fecemo gratia.
Donde, per non demonstrare che nuy fessemo questo partesanamente per defendere et adiutare li soldati, et poi che havessemo facto impichare li vilani, scripsemo al dicto Iohanne Antonio che dovesse liberare li predicti duy vilani; et così, per obedire li nostri comandamenti et con nostra licentia, immediate li liberò et cavò fora de presone. Siché, se per havere obedito nuy ello deve essere casso dallo suo offitio, quanto tal atto ne renda ad nuy honore et reputatione fra ogne persona el lassiamo iudicare a vuy che non doveti essere certissima che a nuy rende pocho honore et reputatione, et maxime fra quelli homini che se dica, como se dice, che vuy haveti casso el vostro offitiale perché ha obedito le nostre lettere. [ 410v] Per la qual cosa de novo ve replicamo, dicemo et caricamo che per ogne respecto, et maxime per l'honore nostro, vogliati omnino remettere dicto Iohanne Antonio al suo offitio, et che gli staghi fin haverà fornito il tempo suo; et che per nuy el non receva questa vergogna ad torto et contra ogne honestate et rasone. Et de questo a nuy, et così ad tuti quelli homini, fareti cosa molto grata et haveremolo gratissimo, rescrivendone dela voluntate vostra per questo presente cavalaro. Data Mediolani, x iunii1454.
Zanninus.
Cichus.