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1558. Francesco Sforza agli stipendiati e a quanti sono a Caselle (1454 giugno 15 Milano).

Francesco Sforza comunica agli stipendiati e a quanti sono a Caselle di aver avuto ancora lamentele dal governatore e dagli uomini di Castelnovo per gli atti da loro commessi contro di loro e i loro beni, come tagliare erbe e biade e commettere ferimenti. Impone loro la restituzione di quello che hanno preso e di guardarsi in futuro dal commettere simili soprusi, perché, altrimenti, avrebbero di che pentirsi.

[ 417r] Stipendiatis et omnibus existentibus in Caselli.
Per molte vie, et mò novamente per lamento et querella del governatore et homini de Castelnovo, havemo inteso li deshonesti modi et deportamenti quali haviti usati et tuto volta usati con loro et suoi beni, cioé in segarli herbe, biave et ferirli de loro, dela qualcosa havemo grandissimo despiacere et se retrovamo malcontenti de vuy. Pertanto volimo et ve comandiamo, per quanto haveti cara la gratia nostra che, havuta questa, gli faciati integra restitutione de tute quello che havessevo tolto, che non gli manchi niente, et da qui inanzi guardateve che per modo alcuno non incorrati più in simili inconvenienti perché ve daressemo ad intendere che faressevo male ad tenere simili modi et non obedire nostri comandamenti. Data ut supra.
Persanctes.
Cichus.