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1564. Francesco Sforza al podestà di Pavia (1454 giugno 16 Milano).

Francesco Sforza accusa ricevuta delle lettere del podestà di Pavia con cui gli notifica di avere fatto imprigionare il pavese Bartolomeo Piacentino per le offese fattegli e sconvenienti all'ufficio che ricopre. Siccome detto Bartolomeo si é, poi, portato, pentito, a scusarsi dal duca, questi sollecita il podestà a perdonare questa volta questo suo amico.

Potestati Papie.
Havemo recevuto le vostre lettere et inteso quanto ne scriveti de Bartholomeo Piasentino, citadino de quella nostra cità, el quale facesti sostenire, havendove luy dicto parole mancho cha honeste et non conveniente alo offitio vostro, qual intendemo et volemo sia honorato como la persona nostra propria; dicemo che vuy facesti molto bene et ve commendiamo, siando vero quanto ne scriveti, come siamo certi. Ma siando subinde venuto dicto Bartholomeo a nuy, et con bone parole excusandose et parendone ch'el sia malcontento de havere facto quello non doveva, et havendoli nuy dicto quanto ne é parso, siamo contenti et volimo, siando quello bono citadino et nostro amico che l'é, che voi gli perdonati per questa fiata et gli remetiati ogni fallo sequito per questa cagione, havendolo et reputandolo per vostro amico et dicendoli humanamente che voglia vivere a modo honesto et bene, como siamo certi farà, per dare bono exemplo al'altri che vivano con modestia et in hobedientia. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.