Registro n. 16 precedente | 1599 di 1825 | successivo

1599. Francesco Sforza al podestà e al capitano di Piacenza (1454 giugno 22 Milano).

Francesco Sforza comunica al podestà e al capitano di Piacenza che i deputati alle faccende di quella città si sono lagnati perché alcuni cercano di attirare sotto la propria giurisdizione terre che giuridicamente spettano alla città. Tra gli altri si citano donna Luchina dal Verme e il conte Pietro, suo figlio, che tengono castelli, terre e luoghi non compresi nei privilegi loro accordati o che non risultano in possesso del defunto conte Luigi dal Verme al tempo della morte di Filippo Maria Visconti. Tali luoghi devono essere accorpati alla città e, a loro sicurezza, invia una attestazione della conferma da lui, duca, fatta a donna Luchina e al conte Pietro.

[ 426r] Potestati et capitaneo Placentie.
Havendone più fiate facto lamenta li deputati ale facende de quella nostra comunità che sonno alcuni quali gli usurpano la loro iurisdicione, atribuendose et tirando a sé alcune terre quale doveriano, iuris merito, contribuire con la cità, siando suoi proprii membri, che cede in grave preiuditio, damno et vergogna d'esse, allegando fra li latri la mgnifica madona Luchina del Verme et il conte Pedro, suo fiolo, che gli usurpano, segondo lor dicono, de molte terre che doveriano contribuire ala cità. Et volendo occorrere a questo per tolere ogni iusta casone de lamenta ala dicta nostra comunità de Piasenza, volimo, et per la presente ve commettemo che, facta diligente investigazione, trovando che la prefata magnifica madona Luchina et il conte Pedro, suo fiolo, tegnano alcuno castello, terra, villa o luogo che non se contengano in li loro privilegii et confirmatione, aut che non tenesse et possidesse il magnifico quondam (a) conte Aluysio dal Verme nel tempo dela morte del'illustrissimo quondam duca Filippo Maria, nostro socero, le debiate aprehendere a nostro nome et unirli con la cità, omni prorsus exceptione et contraditione remota. Et per qualche evidentia de melio intendere quanto é dicto de sopra, ve mandiamo introclusa una particula delle confirmatione per nuy concesse ali prefati magnifica madona Luchina et conte Petro. Data ut supra.
Ser Iacobus.

(a) quondam in interlinea.