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1605. Francesco Sforza al condottiero ducale Tiberto Brandolini 1454 giugno 24 Milano.

Francesco Sforza dice al condottiero ducale Tiberto Brandolini di essere certo che l'affetto verso di lui lo ha spinto a ricordargli il fatto dei castellani di Trezzo. In merito, poi, ai due di Varese provenienti da Roma, che furono derubati sulla strada di Piacenza, si congratula per il modo da lui usato per individuare i malviventi, perché, quanto ha fatto in merito a ciò, ridonda a onore suo e del duca

[ 427v] Magnifico domino Thiberto Brandolino, capitaneo armorum nostro.
Havemo recevto la vostra lettera et inteso quanto ne scriveti circ'al facto de castellani da Trezo; dicimo ch'el ricordo vostro havemo havuto carissimo et non dubitamo, imo se rendemo certissimi che con perfecto et sincero amore ve siati mosso ad darne recordo.
Non dicemo circa ciò altro, se non che gli faremo bono pensiero, como rechiede la natura della cosa. Ala parte de quelli duy da Varesio che venevano da Roma, quali sonno stati robbati, et cetera, et del modo che haveti pigliato per retrovare li malfactori, dicemo che per una cosa non ne poteressevo havere facto cosa che più ne fosse piaciuta che havere provato quello modo ne scriveti, et questo perché, siando vuy et nuy una cosa insieme, como siamo, et puoi, siando nominanza per tuto che li vostri sonno pur in quella strata de Piasenza, fareti intendere ogniuno che questo acto ne sia stato molestissimo, como siamo certi che é stato. Siché per quanto amore ne portati ve pregamo et confortiamo che con ogni studio et diligentia, per honore vostro et ancora nostro, vogliati attendere a questo facto et ali malfactori, per exempio et terrore delli altri, dare quella castigatione et punitione che ve parerà sia conveniente ad uno tanto excesso et delicto. Data Mediolani, xxiiii iunii 1454.
Persanctes.
Cichus.