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1614. Francesco Sforza al capitano della cittadella di Piacenza 1454 giugno 26 Milano.

Francesco Sforza scrive al capitano della cittadella di Piacenza che si é presentato da lui il Matto, uomo d'arme ducale, con una lettera circa il danno fatto al mulino di Niccolò Arcimboldi. Lui si discolpa da tale atto ed é pronto a riferire al capitano nomi e luoghi ove si trovano gli autori del misfatto. Se il capitano acciuffa i malfattori, che risarciranno appieno Niccolò, vuole che annulli ogni garanzia del Matto e lo rimetta nella sua precedente condizione.

[ 430r] Capitraneo citadelle Placentie.
S'é presentato a nuy con una toa lettera il Matto, nostro homo d'arme, per casone del damno facto al molino de domino Nicolò Arcimboldo; et inteso quanto tu ne scrive della securitete gli hay facto dare, dicemo hay facto bene. Ma perché il dicto Matto (a) se scusa et dice che non é stato luy et che sonno stati alcuni altri, delli quali esso ve informarà dil nome et dove stanno, dicemo che, dandote luy per nome li malfacori, et che con veritate tu trovi et sii certisimo ch'el dicto Matto non sia stato colpevole, né se sia impazato per alcuno modo in questa cosa, et che tu habii in tua possanza li malfactori predicti, alhora siamo contenti debii fare cassare et tore via dicta securtade et remetterlo al suo primo grado, studendo et sforzandote con ogne diligentia, studio et sagacità de trovare et havere in le mane toe li malfactori de questo tale damno ita ch'el dicto Nicolò sia restaurato et satisfacto fino ad uno solo punctale de stringa. Mediolani, xxvi iunii 1454.
Zaninus.
Iohannes.

(a) In A Mathto con h depennata.