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1616. Francesco Sforza ad Andrea Dandolo 1454 giugno 26 Milano.

Francesco Sforza si dice dispiaciuto con Andrea Dandolo perché i suoi ufficiali non gli hanno fatto avere i ragazzi ricercati. Ciò é dipeso dal fatto che i suoi ufficiali non hanno agito in conformità alla volontà ducale, che non differisce dalla sua. Volontà quella di Dandolo di cui gli ha dato una testimonianza rendendo a Maletta il suo ragazzo. Lo assicura, però, che se si portassero ancora dei ragazzi nel suo stato, egli li farebbe ritornare con quel che hanno portato via. Gli fa presente il caso di Matteo da Capua: egli ha scritto ovunque per fargli riavere i suoi ragazzi.

[ 430v] Domino Andree Dandulo provisori Creme.
Respondendo ala lettera vostra de dì xxv del presente per la quale ne scriveti che, havendo vuy scripto ali officiali nostri secundo é accaduto circa la restitutione delli regazi non haveti possuto obtenere cosa veruna, dicemo ne spiace grandemente perché essi officiali nostri hanno facto contra la mente, dispositione et voluntate nostra sopra ciò perhò che nuy siamo non in altra dispositione verso vuy, como siati vuy verso nuy. Dela quale vostra bona dispositione et voluntate (a) bona ve ne rengratiamo; et maxime de quello che mò novamente haveti facto in fare a restituire a Iacomo Maletta il suo regazo, quale era venuto là con alcuna sua robba, ve avisiamo che nuy siamo in quello medesmo proposito et opinione. Et accadendo venire de qua alucni, o regazi, o altri, che siano da canto dellà, nuy li faremo retornare et restituire le robbe che gli accadesse portare; et così ordinaremo ali officiale nostri che farano quello medesmo, benché non é da maravgliarse se circa la restitutione delli dicti regazi, li nostri officiali non hanno facto votiva expeditione ale vostre recheste perché in lo facto de dicti regazi non hanno havuto spetiale commissione. Non di meno, como haveti possuto vedere, ad rechiesta del magnifico Matheo da Capua, havemo scripto dove é bisognato per la restitutione di alcuni suoi regazi. Mediolani, xxvi iunii 1454.
Bonifacius.
Iohannes.

(a) Segue vostra depennato.