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1620. Francesco Sforza ad Andrea Dandolo, provveditore di Crema (1454 giugno 26 Milano).

Francesco Sforza sollecita Andrea Dandolo, provveditore di Crema, a far desistere l'uomo d'arme di Matteo da Capua dall'occupazione di una possessione cremasca del suo famiglio Pandino in modo che detto famiglio possa raccogliere i frutti e portarli dove vuole. Le stesse cose sono state scritte con le debite variazioni a Matteo da Capua.

Domino Andree Dandulo, provisori Creme.
Pare che per uno homo d'arme del spectabile Mattheo da Capoa sia occupata una possessione de Pandino, nostro famiglio, posta in quello territorio de Crema. Et scrivendo per caxone de ciò in opportune forma al dicto Mattheo, preghiamo anchora vuy ve piacia operare che dicto homo d'arme desista da tale impresa et ch'el dicto nostro famiglio possa reintrare ala soa possessione et, pretendendo dicto homo d'arme haverli sopra raxone alcuna, che la usi, et non faccia de facto, li fructi deli quali ve piaccia lassare recogliere al dicto nostro famiglio et condurli dove a luy parerà. Il che facendo l'haverimo grato assay. Data ut supra.
Andreas Fulgineus.
In simili substantia, mutatis et cetera, scriptum fuit strenuo Mattheo de Capua.